16 febbraio 2011

Dal libro al film: Orgoglio e Pregiudizio - Parte I

Parlando di Orgoglio e Pregiudizio (Pride and Prejudice) il titolo della nostra rubrica andrebbe cambiato in Dal libro ai (tele)film data l'enorme mole di adattamenti per cinema e tv ricavati dal celebre romanzo di Jane Austen. La vastità della produzione è tale che sono stata costretta a spezzare l'articolo in due puntate.

Jane Austen

Sul libro Orgoglio e Pregiudizio credo sia rimasto ben poco da dire: pubblicato nel 1813 (ma ambientato verso la fine del secolo precedente), questo secondo romanzo della Austen nel tempo ha conquistato il primo posto nel cuore di milioni di fan, tanto che le ultime statistiche parlano di 20 milioni di copie vendute in tutto il mondo. La storia delle sorelle Bennet alle prese con le intemperanze di una madre che vuole maritarle a tutti i costi, un padre che è troppo impegnato a fare il cinico bonario per comportarsi davvero da padre e la terribile prospettiva di finire zitelle alla mercè della carità dei parenti ricchi perché nessuna di loro potrebbe ereditare i possedimenti paterni in quanto donne è riuscita a mantenere fascino e freschezza anche a due secoli di distanza e ogni trasposizione per il piccolo e grande schermo è sempre stata in grado di attirare migliaia di (tele)spettatori in tutto il mondo.

La locandina del film del 1940

Il primo film tratto da Orgoglio e Pregiudizio risale al 1940 e vanta nel cast nientemeno che Sir Laurence Olivier nei panni di Mr Darcy e Greer Garson in quelli di Elizabeth. Il film, che utilizza in parte l'adattamento teatrale di Helen Jerome e che vanta fra gli sceneggiatori lo scrittore Aldous Huxley, ebbe un buon successo di pubblico e critica e resta abbastanza fedele al romanzo della Austen sebbene l'ambientazione venga spostata avanti di qualche decennio per poter utilizzare abiti ottocenteschi più svolazzanti ed elaborati rispetto all'abbigliamento Regency dell'epoca austeniana, conferendo al film un tono di "grandeur hollywoodiano" d'altri tempi. Sono incappata in questo film facendo zapping davanti alla tv secoli orsono quindi non ho ricordi freschissimi, ma mi è rimasta impressa la sensazione che gli interpreti principali, per quanto bravi, fossero decisamente troppo vecchi per i loro ruoli e nel complesso la realizzazione fosse un po' "imbalsamata", sia nella recitazione che nella scenografia (alla quale fu comunque assegnato un Oscar). Tanta grandiosità fa sembrare il film più ispirato a Dickens che alla Austen.

Negli anni '50 si realizzano ben due trasposizioni per la tv: la prima nel '52 una ad opera della BBC, che non sono mai riuscita a reperire né a recuperare commenti significativi, il che non fa presagire nulla di buono sulla qualità della realizzazione. Altrettanto irreperibile è lo sceneggiato del 1959 realizzato per la tv italiana che contribuì a lanciare definitivamente la carriera di Virna Lisi, verso il quale confesso di essere vittima di qualche pregiudizio (giusto per restare in tema) visti i disastri spesso fatti quando la tv italiana si lancia in trasposizioni dei capolavori della letteratura inglese.

Facciamo un balzo in avanti di più di 20 anni, fino al 1980, quando la BBC tenta una nuova trasposizione in 5 puntate affidandosi all'aiuto della romanziera Fay Weldon per la sceneggiatura.

Il DVD della serie del 1995
L'unico commento che mi riesce di fare su questa versione (vedibile in DVD in lingua originale) è che si tratta di una miniserie abbastanza innocua, senza infamia e senza lode.

Questa considerazione diventa ancor più vera quando si guarda l'imperdibile adattamento del 1995 con Colin Firth nei panni di Mr Darcy e Jennifer Ehle in quelli di Elizabeth Bennet. Questa volta, finalmente, la BBC fa centro e realizza una trasposizione in 6 puntate che riesce al contempo ad essere abbastanza fedele all'originale sia nella sceneggiatura che nella scenografia, pur mantenendo una freschezza e brillantezza nei dialoghi e nelle interpretazioni godibile ancora ora a più di 10 anni di distanza, tanto da essere diventata il punto di riferimento a cui paragonare sia le opere precedenti che le successive. Parte di questo successo è dovuto all'abilità della sceneggiatura nel puntare l'attenzione dello spettatore sul binomio "sex&money" senza però perdere la sottile ironia che pervade l'universo austeniano e senza cedere alla tentazione di un'eccessiva modernizzazione.
Allo stesso modo l'interpretazione di Colin Firth ha imposto un nuovo standard quando si parla di Mr Darcy, e pensare che Firth proprio non ne voleva sapere di accettare il ruolo, benedetto uomo! L'attore infatti non si sentiva in sintonia col personaggio e con la prospettiva femminile della

La "scena del lago"
Austen, il che sembra incredibile se si osserva la perfetta combinazione di spocchia, imbarazzo e tenerezza mostrata da Firth per tutto il telefilm, nel quale gli spazi dedicati al suo personaggio furono decisamente ampliati rispetto al libro per poter mostrare meglio allo spettatore il graduale cambiamento di atteggiamento di Darcy verso Elizabeth. Questo ruolo lanciò l'attore nell'olimpo del cinema inglese anche grazie, bisogna dirlo, alla celeberrima e controversa scena del lago ("one of the most unforgettable moments in TV history" secondo il Guardian), in cui Darcy emerge da un bagno improvvisato in camicia bianca bagnata guadagnandosi fama di sex symbol, nonostante la scena fosse intesa a mostrare un momento imbarazzante per il personaggio e non un momento erotico. Molto buona anche l'interpretazione dell'attrice anglo-americana Jennifer Ehle, selezionata fra decine di candidate e ricompensata poi con un BAFTA (gli Oscar inglesi) per la sua Elizabeth giustamente sagace,indipendente ma mai volgare. Unica critica che le si può rivolgere è il fatto che dimostrava più dei suoi 25 anni e quindi poco in sintonia con la spensieratezza della 19enne Elizabeth, tanto che alcuni sui momenti di allegria con Jane sembrano un po' stonati. Una curiosità: l'accurata acconciatura alla greca di Elizabeth era in realtà una parrucca che mascherava i corti capelli biondi dell'attrice.
Copertina del  libro
In generale molta attenzione è stata dedicata alla scelta dei costumi, curando i dettagli fin nella scelta dei colori, più tenui per le ragazze Bennet, più sgargianti e con un maggior numero di accessori per le ricche Bingley, in modo da accentuarne la differenza di rango. Tanto sforzo non è stato invano se si considera che tra i numerosi premi vinti dalla mini-serie spicca proprio un Emmy per i costumi. Se si vuole trovare un difetto in questa serie, a mio parere risiede nel fatto che la maggior parte dei personaggi principali appare ben più vecchia di quanto non venga descritto nel libro; oltre alla già citata Jennifer Ehle, questo è abbastanza evidente anche per Jane (Susanna Harker) e George Wickham (Adrian Likis) che oltre a sembrare un quarantacinquenne pare più un infido imbranato che un affascinante truffatore. Curioso notare come, al contrario, l'attrice Julia Sawahla che aveva 25 anni quando fu scelta per interpretare la quindicenne Lydia, sembra perfettamente a suo agio nella parte dell'irrequieta adolescente. Infine speciale menzione va all'acida Caroline Bingley, qui interpretata dall'impagabile Anna Canchellor, la mitica "faccia di chiulo" che bramava disperatamente un matrimonio con Hugh Grant in Quattro matrimoni e un funerale.

A questo punto, avendo già scritto un papiro senza essere riuscita a dire la metà delle cose che volevo dire, qui mi fermo e vi rimando alla prossima puntata, lasciandovi con il trailer del mitico sceneggiato del '95.



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