9 gennaio 2011

Regno a venire - James G. Ballard

Richard Pearson, quarantaduenne pubblicitario, si reca a Brooklands, una cittadina come tante tra Londra e l'aeroporto di Heathrow. Alcune settimane prima suo padre, ex aviatore, è stato ucciso da un cecchino in un enorme centro commerciale di Brooklands, il Metro-Centre - un complesso di negozi, alberghi, piscine, centri sportivi - con una propria televisione via cavo che trasmette pubblicità, dibattiti e partite di calcio, hockey e rugby. Sperando di capire qualcosa di più sulla tragedia, Richard incontra l'avvocato del padre e la giovane dottoressa Julia Goodwin che ha prestato le prime cure al ferito dopo la sparatoria. Protetto da un'inquietante rete di omertà, il principale indiziato viene rapidamente rilasciato dalla polizia. Richard decide di trovare il vero colpevole. La culla del mistero è il Metro-Centre, tempio del consumismo più sfrenato, il cuore di Brooklands, il centro di una diffusa passione ossessiva per gli sport e di un nazionalismo perverso e violento. Sotto l'impulso delle sue campagne di marketing, il consumismo sembra sul punto di mutare in una pericolosa forma di fascismo suburbano. È questo ciò di cui ha bisogno l'Inghilterra per rivitalizzarsi?

Recensione

Comprare una lavatrice è un atto politico, l'unica vera forma di politica che ci rimane al giorno d'oggi.

E' il ventunesimo secolo. Il mondo civilizzato si apre ad una fase post-democratica. Il tardocapitalismo "si gratta le emorroidi" e cerca di capire "quale sia la prossima merda che può produrre". E la noia finisce col travolgere completamente la bassa borghesia provinciale inglese, che vive di sport violento e di consumismo sfrenato. Questa, la premessa ad un nuovo spaventoso totalitarismo, che unisce politica, religione, sport ed economia: il nuovo fascismo consumistico (cit!).
Chissà se Ballard ha conosciuto Pasolini, ciò che è certo è che spaventosamente reali sono le conclusioni cui l'autore giunge, dipingendo in questo romanzo un futuro che è già il nostro presente: e non ci resta che correre ai ripari.

Ultima grande opera di un grande scrittore, Regno a venire sembra quasi un testamento. O l'ultima preghiera di un moribondo, l'ultimo desiderio che il lettore viene invitato ad esaudire: non lasciare che accada, sembra che Ballard voglia dire. O forse, nella sua infinita lungimiranza, sapeva già che tutto questo è inevitabile, e non c'è niente da fare.

Di cosa parla, dunque, questo romanzo? Parla di un omicidio, apparentemente casuale, vittima del caso, che scoperchia un gran pentolone. Il protagonista, Richard, è costretto a lasciare la sua Londra per recarsi in una cittadina di provincia nei dintorni di Heathrow, in seguito all'accidentale e sfortunata morte del padre durante una sparatoria in un centro commerciale. E in un mondo in cui anche la realtà deve apparire artificiale, scopre che l'apparenza inganna, sempre. Dietro il frenetico consumismo si nasconde un progetto politico rivoluzionario, dietro gli sguardi spenti di persone apparentemente per bene si nasconde la follia omicida primitiva sepolta da millenni di evoluzione. E' con straordinaria lucidità, e con uno stile davvero unico, che Ballard riesce a scavare nel profondo, gratta via la superficie della realtà e della vita quotidiana, mettendo a nudo l'animo umano fatto di pulsioni irrazionali e bestiali. Quello dello sport violento è solo uno degli argomenti affrontati; un tema certamente problematico per l'Inghilterra odierna. Ballard riesce non solo ad affrontare il problema, ma anche ad individuarne subito l'origine: la noia. Così dice, e ripeterà più e più volte:

Nella sua infinita grandezza, Ballard fa la diagnosi alla società odierna: la sua malattia è la noia, capace di far regredire gli uomini ad uno scalino evolutivo infimo. O forse, semplicemente, rivelandone l'occulta ma inevitabile natura violenta e bestiale.

Insieme alla noia, il consumismo sfrenato. Il Metro-Centre, vero centro del romanzo, è il grande tempio di quella che viene vista come vera e propria religione del consumismo (non solo metaforicamente: alla fine, lo diviene sul serio!). L'atto di comprare è, per l'uomo, un atto necessario e forse liberatorio; alquanto singolare è l'episodio in cui un personaggio cerca di vendere gratis un frigorifero, per pura provocazione, e la gente scappa via sconvolta, pronta a spendere soldi pur di cancellare quell'eresia.

Non mancano personaggi ambigui al punto giusto, poliziotti svuotati d'identità e funzione, politici corrotti, malati mentali che forse si rivelano più sani della gente comune, e persino viene dato grande spazio ad un presentatore televisivo, re dei quartieri domiciliari, genio del marketing, divinità indiscussa della religione consumistica, sacerdote del grande tempio del Metro-Centre, e che persino si dice pronto a fondare un suo partito!

Insomma, con questo ultimo romanzo Ballard ci lascia il suo testamento e la sua ultima grande visione: un futuro inquietante ed angosciante, soffocante. A noi credere o combattere questo regno a venire.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Regno a venire
  • Titolo originale: Kingdom Come
  • Autore: James G. Ballard
  • Traduttore: F. Aceto
  • Editore: Feltrinelli
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Universale Economica Feltrinelli
  • ISBN-13: 9788807721243
  • Pagine: 293
  • Formato- Prezzo: Tascabile - 9,50 Euro

2 Commenti a “Regno a venire - James G. Ballard”

  • 9 gennaio 2011 alle ore 17:18
    Anonimo says:

    ottima recensione!

  • 9 gennaio 2011 alle ore 23:20
    Tancredi says:

    Grazie!

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