Recensione
Cosa mangiamo veramente?
E' un paradosso sentirlo dire (anzi, leggerlo) da un'amante del junk food come me, una ventiquattrenne che prima inghiotte il boccone e poi, semmai, chiede cos'è. E che a volte non vuole nemmeno saperlo.
Michael Pollan, in occasione di una visita alla Magic Valley, che a sentir lui -così scrive nell'introduzione- gli ha fatto passare per sempre la voglia di mangiare patatine fritte, decide di scoprirlo.
Nella prima sezione del libro l'autore analizza quattro catene alimentari, cioè quattro sistemi di coltivazione, produzione e consegna del cibo:
- La catena industriale riguarda la coltivazione massiva di enormi campi, soprattutto di mais e soia. Il mais (abituatevi a leggerlo in ogni salsa) è ovunque. Pollan sembra quasi un predicatore fanatico che avverta il mondo dell'avvento dell'Anticristo Mais, presente in ogni tipo di carne e uovo (perché alimento prevalente, e spesso unico, degli animali da macello), in moltissime bevande sottoforma di sciroppo di glucosio, ma anche in prodotti non alimentari. L'Anticristo Mais soverchia ogni altra coltivazione perché è più economico e redditizio, impoverisce i grandi coltivatori a vantaggio del governo, produce malattie nei capi di bestiame che dovrebbero essere allevati a foraggio.
- Analizzando la catena biologica industriale Pollan fa una critica non troppo velata alle aziende che producono cibi biologici che decisamente biologici non sono, e alle istituzioni governative che tengono tanto bassi gli standard per considerare un alimento, per l'appunto, biologico.
- Per quanto riguarda gli alimenti sostenibili locali, l'autore decide di lavorare per una settimana in una fattoria a conduzione familiare che utilizza metodi del tutto naturali per la coltivazione del foraggio e per l'allevamento dei capi di bestiame, partecipando a ogni momento della produzione, persino alla mattanza dei polli. L'invito di Pollan è chiaramente quello di servirsi di alimenti acquistati in stabilimenti analoghi, più costosi dei cibi da supermercato ma del tutto salutari e prodotti nel pieno rispetto della natura e degli animali.
- Nel quarto capitolo, il pasto fai-da-te, l'autore vuole andare fino in fondo: preparerà una cena utilizzata con prodotti quasi esclusivamente da lui reperiti alla fonte primaria; si recherà dunque a caccia - e per farlo supererà il proprio dilemma del carnivoro, ossia: è giusto mangiare carne? -, raccoglierà funghi, proverà addirittura a estrarre il sale dalla Baia di San Francisco. Pollan, almeno per una volta, desidera essere veramente consapevole di ciò che mangia e di quel che implica l'uccisione di un animale selvatico.
Alla prima segue una breve sezione dedicata a riflessioni e consigli per tutti i consumatori.
Due, a mio parere, sono i principali problemi di questo libro-inchiesta:
1. La Y Giunti ha pubblicato un adattamento del libro integrale di Pollan (edito da Adelphi e già recensito su questo blog da Nelson) comprensibile ai giovani adulti, cui appunto è dedicata la collana. Adesso, quel che mi chiedo io è: a che pro una riduzione? Premettendo che sono convinta che un libro del genere sia molto utile per conoscenza personale ed educazione alimentare, il teenager italiano medio non si interessa certo di inchieste alimentari, e quella fetta a cui interessano sono certa non avrà bisogno di un simile adattamento che a volte sembra un sussidiario delle scuole medie. Il modo in cui cerca di rendere più chiari concetti già di per sé semplici per uno studente -il target medio della collana- ha come unico risultato quello di farli sembrare contorti.
2. Buona parte di ciò che scrive Pollan vale per la produzione alimentare americana. Qui in Italia, come ben espresso in Pane e Bugie di Dario Bressanini (tanto per citarne uno), di problemi ne abbiamo altrettanti ma diversi, perché non tutto ciò che importiamo viene dall'America.
Questo libro vi cambierà la vita? Assolutamente no. Mentre leggevo degli additivi chimici aggiunti ai McNugget's guardavo le foto delle crocchette di pollo e riflettevo che me ne sarei volentieri mangiate una dozzina in quel momento; durante la mattanza dei polli avevo in mente soltanto un delicato arrostino che rosolava nel forno intinto nel limone e nel rosmarino; persino leggendo il capitolo dedicato al mattatoio dei manzi, o dello scuoiamento del maiale selvatico appena catturato, tutto ciò a cui pensavo erano hamburger e costolette profumate che si doravano sulla griglia. L'intento di Pollan era quello di far passare la fame. A me l'ha fatta venire.
E adesso vado a farmi una merendina al mais.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Il dilemma dell'onnivoro [edizione ridotta]
- Titolo originale: The Omnivore's Dilemma: A Natural History of Four Meals
- Autore: Michael Pollan
- Traduttore: Bartocci M.
- Editore: Giunti Editore
- Data di Pubblicazione: 2011
- Collana: Y
- ISBN-13: 9788809746077
- Pagine: 352
- Formato - Prezzo: Brossura - 13,50 Euro
Ci credi che devo ancora finirlo? XD
Post molto interessante. Ho cercato informazioni su questo Polland, ma ci ho trovato solo una laurea in inglese e una carriera giornalistica. Conosce così a fondo la chimica o è soltanto un portavoce? Approfondirò!
@Loveandbook: nella versione riadattata non c'è nulla di approfondito per quanto riguarda la chimica...forse in quella integrale!
Comunque sì, Pollan è professore e giornalista, ha scritto molti libri sull'alimentazione ma lui si considera più che altro un 'detective'!