Yes man è un film con Jim Carrey, una simpatica commedia un po' strampalata ma con alcuni spunti che possono far riflettere, tra una risata e l'altra. Forse pochi però sanno che è anche il titolo di un libro, cui gli autori hollywoodiani si sono ispirati per la sceneggiatura cinematografica.
Danny Wallace racconta a mo' di memoriale le avventure vissute dopo aver preso il solenne impegno di rispondere “Sì” a qualunque domanda gli fosse stata posta: da bradipo casalingoide lavoratore a distanza si ritrova, nel giro di pochi giorni, a festaiolo cui farebbe comodo il dono dell'ubiquità per poter seguire tutti gli impegni che non può rifiutare. La vicenda ha tratti paradossali, come per esempio le risposte affermative a ogni e-mail di spam ricevuta: Danny si ritrova in questo modo titolare di carte di credito di cui non sentiva alcuna necessità, prete di una misteriosa chiesa americana, infermiere diplomato via internet e confidente dei crucci economici di Omar, figlio di un sultano assassinato in fuga e bisognoso di soldi.
Il Sì porta Danny a percorrere nuove strade che un tempo non avrebbe nemmeno preso in considerazione e che, con una concatenazione di conseguenze, gli presentano piacevoli sorprese. E se qualche Sì può sembrare una perdita di risorse e di tempo, in realtà, ad un'attenta analisi, è solo grazie ad esso che Danny ha dato una svolta importante alla propria vita. Se non avesse attivato tutte le carte di credito di cui si trova titolare, non avrebbe potuto fare i viaggi che ha intrapreso, o regalare il biglietto aereo per l'Inghilterra all'amica australiana; il sacerdozio virtuale gli ha dato il diritto di sfoggiare sulla propria automobile, avuta grazie a un Sì, il cartello “prete in visita”, grazie al quale può parcheggiare anche in divieto di sosta.
Danny non è uno scrittore, ma riesce comunque ad essere una lettura piacevole e leggera. È contagioso nel suo entusiasmo e più volte gli ho invidiato l'incoscienza con cui ha intrapreso questa esperienza: senza un soldo, con uno stipendio minimo, in nome del Sì arriva anche ad indebitarsi pesantemente, eppure mai traspare il rimorso.
Carl vive spontaneamente da recluso, rifiutandosi di vedere gli amici che iniziano a essere insofferenti e amareggiati da questo suo comportamento. Il lavoro è di una noia mortale, senza gratificazioni e i rapporti con il gentil sesso sono a dir poco pari a zero. Il Sì porterà nella vita di Carl una ventata di pazzia: ogni notte a far festa, inaspettate soddisfazioni lavorative e infine l'amore, genuino e inaspettato.
Decisamente si ride molto e di gusto, come non si riesce a fare con il libro in mano ma nonostante la comicità assurda, sotto sotto si riesce a scorgere una morale: è solo grazie a un animo disponibile che la vita ci sorprende. E se le situazioni possono sembrare fin troppo surreali, la vera storia di Danny ci insegna che la vita sa essere molto più assurda della fantasia.
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