I sei episodi, storie di gruppi più che di individui, legittimano l'adozione di una vera e propria soggettività plurale,di un Noi narrativo che fa del romanzo un ritratto generazionale.
Recensione
Una piccola, quasi smilza, raccolta di racconti che si legge tutta d'un fiato e lascia nella mente la sensazione di una folata di vento su una spiaggia d'inverno, che spazza via i pensieri, provocando un senso di vuoto, insieme liberatorio e pesante.
I sei racconti, alcuni brevi altri meno, raccontano le vite di gruppi, quasi di piccole comunità, che per vari motivi si trovano ai margini - da quelli sociali a quelli geografici - dell'Italia di passaggio tra gli anni '70-'80.
Dal gruppo di balordi che stazionano nel 'posto-ristoro' di una piccola fermata ferroviaria, tra bande criminali del sud e spaccio di ero, al gruppo di amici d'infanzia che si ritrovano nel paesino d'origine per il Natale, quando sono ormai cresciuti, a disputarsi le grazie di un furbo e scroccone adone milanese; da una compagnia di amici all'università che condividono insieme il percorso di transizione verso la fase adulta della vita durante il periodo della contestazione agli sgoccioli, moribonda ma pronta ad assestare gli ultimi e più violenti colpi di coda, all'esclusivo club delle ragazze 'splash', quattro 'drag queen' ante litteram che si divertono a sfrecciare nelle quiete notti modenesi.
Com'è cambiato il panorama: trent'anni prima sugli argini della bassa passava pedalando don Camillo, adesso è più facile incontrare nelle nebbie fredde e ovattate carriole glam cariche di travestiti allegramente su di giri. Anzi, le 'splash' oltre che nel racconto che le/li riguarda direttamente, sono citate anche in un altro, quasi una specie di cross-over in anticipo tra due serie televisive.
Pare di vederli questi personaggi, coi loro capelli cotonati, i jeans arrotolati in basso, le spalline da rugbysti, un po' paninari, un po' teneroni, tanto contestatori e rivoluzionari. Non nel modo degli anni di piombo, però: la loro rivoluzione nei confronti di un mondo da bere è tutta nella sfera interiore, nel loro vero modo di essere, e non cerca uno scontro generazionale ma si impone per il suo stesso esistere.
Non casualmente, in effetti, in questi racconti di un autore ventenne ed esordiente, che parla di e a ventenni o poco più, le altre generazioni, le case dei padri, i genitori, mancano del tutto.
Sembrano essere spariti insieme a loro prospettive e punti di riferimento, all'idea stessa di solidità e i protagonisti si ritrovano in balia di un destino indifferente, soli e fragili. Non c'è posto in Tondelli per le ideologie.
La loro solitudine diviene un punto in comune, vivere insieme e condividere esperienze, dolori e gioie, fallimenti e speranze transitorie è una necessità.
La fragilità, legata a doppio nodo all'idea della diversità - e all'estraneità rispetto al mondo normale - si trasforma in forza, in sfida e quasi in provocazione giocosa: questo un senso possibile del grido/invito all'avventura che il protagonista lancia, vincendo le catene che vorrebbero trattenerlo, di fronte all'ignoto concretizzatosi in una strada dritta, lunga e vuota, l'autobahn che porta verso il nord della Germania, orizzonte di modernità e accettazione sociale.
La leggerezza descrittiva dei racconti tracima in uno stile molto espressivo, quasi 'espressionista': uno dei motivi che scatenò la censura contro l'opera dell'esordiente, oltre alle tematiche gay, è stato anche l'uso della bestemmia, in un crescendo di realismo, privo di ogni connotazione polemica. In Tondelli non c'è la spinta forte dell'impegno sociale della scrittura, come poteva/doveva esserci per molti autori dei decenni precedenti che affrontavano tematiche 'socialmente' sensibili: è scorrevole senza essere superficiale.
Usa una sintassi semplice e immediata, arriva diretto al lettore, fino anche a rivolgerglisi in prima persona, come fosse un po' complice un po' spalla; il lessico è quello quotidiano e reale, al punto di comprendere senza problemi il turpiloquio e la blasfemia.
In qualche modo Tondelli ha segnato la strada per tanti autori, giunti - ormai dopo un trentennio - alla maturità. E ha trovato un modo fresco e irriverente di aspirare a una 'normalità', semplicemente entusiasta in stile e contenuti, libera da tare e pregiudizi culturali.
Giudizio:
+5stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Altri libertini
- Autore: Pier Vittorio Tondelli
- Editore: Feltrinelli
- Data di Pubblicazione: 2010
- Collana: Universale Economica
- ISBN-13: 9788807809798
- Pagine: 200
- Formato - Prezzo: Tascabile - Euro 8,00
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