Recensione
Commentare un romanzo di Virgina Woolf mi provoca un po' di imbarazzo reverenziale, ma sarebbe alquanto scorretto concludere la lettura di Orlando senza scrivere nemmeno una parola!
L'imbarazzo è maggiore se si considera che io amo la Woolf, ma a questo romanzo non penso di poter dare più di quattro stellette. Per il semplice fatto che, per me, i suoi capolavori sono altri. Ciò non vuol dire Orlando non sia all'altezza!
Quando si legge di Orlando, ci si imbatte sempre nella stessa impressione. E' un romanzo altamente originale, unico nel suo genere, irripetibile. E' una biografia fantastica ed immaginaria, ispirata a una donna amata dalla Woolf: è la più grande lettera d'amore che sia mai stata scritta, è stato detto. Ma questi sono affari privati della scrittrice: ciò che rimane al lettore è la storia singolare di un uomo-donna-androgino che vive attraverso tre secoli, presentandosi così come una summa dell'esperienza umana, della vita.
La Woolf dipinge con pennelli e colori diversi gli sfondi storici dei diversi secoli, cogliendo sempre con arguzia i vezzi della società inglese attraverso lo scorrere del tempo. Ad Orlando, che viene fatto cambiare sesso improvvisamente, senza alcuna spiegazione, viene fatta provare ogni singola emozione umana, sempre colto nella sua doppia identità.
Questa, in sostanza, la trama apparente del romanzo. Ma a ben vedere, c'è molto di più. Singolari sono le scelte narrative dell'autrice: un narratore onnisciente, in terza persona, che scrive rivolgendosi al lettore la biografia di Orlando, interrompendo spesso la narrazione con digressioni di vario genere. Questo, secondo me, uno dei punti di forza del romanzo. Se Orlando fosse stato scritto in prima persona, dal punto di vista del protagonista, sarebbe risultato pesante, probabilmente. Il narratore esterno fornisce invece la distanza ideale, e diviene il pretesto ideale per permettere alla scrittrice di parlare di ciò che le passa per la mente. Sono questi momenti extra-narrativi i passi più belli, in cui la Woolf parla di storia, della condizione delle donne, arriva addirittura a parlare della relatività del tempo.
Un altro punto di forza è, chiaramente, lo stile, con questo periodare così ampio, ricco ed evocativo, davvero inebriante. A questo punto, però, non possono essere sottaciuti quegli elementi che invece fanno perdere qualche punto al romanzo. Perché a volte la storia viene tirata un po' troppo per le lunghe; a volte, la Woolf si perde in descrizioni minuziose che fanno perdere il filo, o si lancia in digressioni che finiscono con l'annoiare e distrarre il lettore. Non è una lettura facile, e più volte mi è capitato di perdermi completamente, di esser costretto a tornare indietro di qualche pagina (o addirittura di saltarne qualcuna!). A lungo andare, inoltre, la storia di Orlando e di tutte le sue relazioni all'interno dell'alta società londinese stanca davvero. E se splende la caratterizzazione del protagonista assoluto, suscitano qualche perplessità tutti gli altri personaggi coinvolti.
Ma vale la pena arrivare fino alla fine: perché è proprio nelle ultime trenta pagine che emerge la bellezza di questo romanzo, il genio puro di Virginia Woolf: la narrazione si ferma, e finalmente l'autrice si lascia andare, cede definitivamente al flusso di coscienza, arricchendo il tutto di considerazioni assolutamente innovative sull'Io, sulla coscienza, sulla frattura tra i mille Io che compongono l'identità di una persona. Per me, davvero, il romanzo sta soprattutto in queste ultime trenta pagine: il resto, è solo una storiella fantastica che fa da contorno.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Orlando
- Titolo originale: Orlando: A Biography
- Autore: Virginia Woolf
- Traduttore: A. Scalero
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 1995
- Collana: Oscar Classici Moderni
- ISBN-13: 9788804412823
- Pagine: 322
- Formato - Prezzo: Brossura - 9,00 Euro
Bellissima recensione! E splendido libro, grazie mille.