Recensione
Nel corso di un’estate particolarmente calda dei primi anni Duemila una tempesta elettrica si scatena su Stoccolma e i morti si rialzano dalle loro tombe per tornare a casa.
Non si tratta di “zombie” tradizionali, ma di larve nel senso etimologico del termine, che imitano meccanicamente la vita trascorsa sulla terra ponendo ai loro cari e alla società il problema di come gestirli. Il titolo originale del romanzo, infatti, Hanteringen av odöda, significa letteralmente “gestire i non morti”.
Il romanzo ruota attorno alla storia di tre famiglie che si trovano ad affrontare, ciascuna a modo suo, il ritorno di un parente dall’oltretomba. David perde improvvisamente la moglie in un incidente stradale e, altrettanto repentinamente, si trova a fare i conti con il suo ritorno. Elvy, che ha da poco seppellito il marito malato di Alzheimer, e la nipote adolescente Flora condividono una sensibilità superiore a quella delle altre persone, che permette loro di percepire scie di ricordi e pensieri provenienti da altri esseri umani. Il giornalista Mahler, infine, si trova a tener nascosto alle autorità il risorto nipotino Elias, morto a sei anni in un incidente domestico, insieme alla figlia Anna, madre del bambino, con la quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale.
L’Estate dei morti viventi è un romanzo sugli zombie atipico, che concentra la sua attenzione non tanto sul ritorno vero e proprio dei defunti, quanto sulla reazione dei vivi, che spazia dalla negazione della perdita, all’accettazione, al tentativo della società civile di assistere ed integrare in qualche modo i non morti al suo interno in una sorta di elaborazione del lutto collettiva.
Nonostante l’originalità dell’idea, però, la sua realizzazione ha alcuni difetti piuttosto evidenti. Se i primi due terzi del romanzo alternano sapientemente le tre storie facendole progressivamente convergere, l’ultima parte è troppo accelerata e inconcludente e lascia al lettore troppi buchi da riempire autonomamente. Alcuni personaggi, poi, sono eccessivamente stereotipati, uno su tutti quello di Flora: un’adolescente dark, autolesionista, appassionata di videogiochi violenti, cinema horror e grande fan di Marilyn Manson che sembra balzata fuori da uno di quei decaloghi americani che continuano a girare su Internet spiegando ai genitori come si può capire se il proprio figlio è un satanista.
Tutto sommato, però, il tono malinconico della narrazione e la prospettiva originale catturano il lettore e rendono il romanzo godibile, anche se non all’altezza del precedente Lasciami entrare.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: L'estate dei morti viventi
- Titolo originale: Hanteringen av odöda
- Autore: John Ajvide Lindqvist
- Traduttore: G. Puleo
- Editore: Marsilio
- Data di Pubblicazione: 2008
- Collana: Le Farfalle
- ISBN-13: 9788831794541
- Pagine: 380
- Formato - Prezzo: Brossura - 17,50 Euro
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