26 dicembre 2010

La storia infinita - Michael Ende

Bastiano Balthazar Bux è un ragazzino goffo, grassoccio, soprattutto solo. E ha una grande passione: leggere. In un giorno di pioggia, inseguito dai compagni che si fanno beffe di lui, si rifugia in una vecchia libreria dove trova un volume intitolato "La storia infinita". Il libraio non vuole venderlo, ma l'attrazione per quel libro è tale che Bastiano lo ruba e ci si immerge letteralmente: infatti, scopre che proprio lui non è solo spettatore delle meravigliose avventure che vi sono narrate, ma ne è anche protagonista, chiamato a salvare i destini del mondo incantato di Fantàsia, con le sue mitiche creature e le sue città sospese. Libro dentro al libro, la "Storia infinita" si anima quando Bastiano entra nella vicenda in un gioco ingegnoso sul rapporto fra immaginazione e realtà.

Recensione

"Mi piacerebbe sapere", mormorò fra sé, "che diavolo c'è in un libro fintanto che è chiuso. Naturalmente ci sono dentro soltanto le lettere stampate sulla carta, però qualche cosa ci deve pur essere dentro, perché nel momento in cui si comincia a sfogliarlo, subito c'è lì di colpo una storia tutta intera. Ci sono personaggi che io non conosco ancora e ci sono tutte le possibili avventure e gesta e battaglie, e qualche volta ci sono delle tempeste di mare oppure si arriva in paesi e città lontani. Tutte queste cose in qualche modo sono già nel libro. Per vivere bisogna leggerlo, questo è chiaro. Ma dentro ci sono fin da prima. Vorrei proprio sapere come."

Alcuni romanzi per l'infanzia, complici soprattutto le trasposizioni cinematografiche, riescono a travalicare i limiti del target e del tempo e ad affermarsi come classici. Romanzi che quasi tutti gli appassionati di lettura hanno letto e che chi non lo ha fatto vuol leggere. Romanzi che si leggono da ragazzini e poi si rileggono da adulti (a volte l'amore è rinnovato, altre no).
La Storia Infinita fa parte di questa categoria; fortunatamente (o sfortunatamente) questa è la recensione di un'adulta che ha solo vaghi ricordi del film e che si appresta al romanzo dopo aver superato da un pezzo l'adolescenza: niente interiezioni nostalgiche, perciò; nessun tentativo di suscitare occhioni lacrimosi nel lettore della recensione facendo appello a un'esperienza d'infanzia comune; e niente parzialità nei giudizi.

La storia infinita è un romanzo metaletterario di indubbio valore che ha influenzato molti libri a venire.
La trama è semplice ma ingegnosa: nel nostro mondo, un pavido bambino di nome Bastiano Baldassare Bucci ruba nella bottega di un librario un tomo che esercita su di lui indescrivibile fascino. E' La storia infinita, appunto. Rifugiatosi in un magazzino a scuola, Bastiano s'immerge nella lettura del libro, immedesimandosi nelle avventure di Atreiu, incaricato da un desiderio dell'Infanta Imperatrice di trovare un modo per salvare Fantàsia.
Il mondo inventato da Ende è un universo fantasy con tutti i crismi, popolato da creature da lui inventate (ma non solo) soggette alla mistica figura dell'Imperatrice, reggente senza età che presiede al mondo senza alcun giudizio morale, operando secondo leggi che appaiono impenetrabili. L'Imperatrice soffre di un male che nessun medico può guarire, probabilmente legato a un pericolo di distruzione che affligge Fantàsia: il Nulla, che divora frammento dopo frammento l'intero regno. Atreiu, un giovane Pelleverde, viene investito grazie alla consegna dell'AURYN -medaglione dai poteri sconosciuti- del potere dell'Imperatrice, e parte dunque alla ricerca di una cura che guarisca l'Infanta.
Le osservazioni di Bastiano, che ammira il coraggio e le capacità di Atreiu considerando tristemente la propria incapacità in tutto, spezzano la narrazione della quest, che sembra in qualche modo scriversi sul momento. Superate numerose e difficili prove, grazie anche all'aiuto del drago della fortuna Fùcur -figura intramontabile nell'immaginario di molti lettori- Atreiu apprende che solo un figlio di Adamo (denominazione che ricorda molto Narnia di C. Lewis, e non è l'unico punto di contatto) può salvare l'Imperatrice e Fantàsia dalla distruzione: occorre infatti dare un nuovo nome all'Imperatrice, ma gli abitanti di Fantàsia non hanno la capacità di immaginare e quindi di creare.
Bastiano comprende che potrebbe essere lui il salvatore, ma quando legge in un colloquio tra la bambina senza età e Atreiu il modo in cui può entrare nel libro, la paura gli impedisce di travalicare i confini tra i due mondi. Solo in seguito a un'ulteriore spedizione, questa volta dell'Infanta Imperatrice alla volta della dimora del Vecchio della Montagna Vagante - che mette nero su bianco la Storia Infinita, di cui fa parte ormai anche Bastiano - il bambino riesce a superare le sue insicurezze e a entrare nel romanzo, dove darà all'Infanta il suo nuovo nome, diventando il portatore dell'AURYN. La prima metà del romanzo - la migliore, a mio parere - si conclude dunque con l'ingresso di Bastiano in Fantàsia.

La seconda metà narra le sue avventure come creatore di nuove realtà, l'incontro fisico con il tanto ammirato Atreiu e il suo lungo viaggio a seguito dei suoi desideri: Bastiano scopre nuovi poteri che lo portano a dimenticare se stesso, ma la sua crescita non coincide con una maturazione delle sue virtù di bambino, bensì con la sua caduta nei vizi degli adulti -superbia, cupidigia, desiderio di potere e di onnipotenza, ira, invidia. Solo nel momento in cui Bastiano comprenderà che ha sempre desiderato di essere qualcun altro, ma mai di cambiare se stesso, riuscirà a tornare il bambino che era stato e a completare la sua Storia Infinita.

Una volta tanto sì: romanzo indimenticabile per bambini e ragazzi, e avvincente per gli adulti (non solo quelli rimasti bambini dentro). Lo stile dell'autore è semplice ma non povero, i personaggi sono memorabili e le loro avventure (seppur alla fine il loro continuo vagare e affrontare nuove prove diventi un po' ripetitivo) avvincenti. Inoltre si svincola, anche se non del tutto, dal peggior difetto che considero (e che ho sempre considerato anche da bambina) in un romanzo: il didascalismo. Quando l'autore ti prende per mano, ti tratta come un ritardato o un deviato con frequentissime intromissioni morali nella narrazione, ti trascina nella strada giusta (per lui) e spera di insegnarti precetti che ti saranno utili nella vita (per lui), senza allentare la presa sulla tua mano fino alla fine: ecco, quello è un romanzo che tento di evitare a tutti i costi. E' inevitabile che qualcosa dell'ideologia di un autore sfugga al suo controllo e trapeli nella sua voce scritta, nei suoi personaggi o nelle loro sorti, ma quando quella stessa ideologia viene imposta al lettore, lì la lettura mi diventa odiosa. E' un difetto che spesso affligge gli autori per ragazzi, e che fortunatamente non ho riscontrato in Michael Ende, che piuttosto esalta il potere dell'immaginazione e della fantasia: questo, sul serio, è l'unico precetto che un libro dovrebbe insegnare ai bambini.

Nota: l'edizione che ho indicato per questa recensione, ma che purtroppo non è quella che ho letto io, è probabilmente la migliore (anche se più costosa) in circolazione, quella cioè della Corbaccio. Si distingue dalle edizioni economiche perché è stampata in due inchiostri differenti: rosso per le vicende ambientate in questo mondo, verde acqua per quelle ambientate a Fantàsia.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La storia infinita
  • Titolo originale: Die unendliche Geschichte
  • Autore: Michael Ende
  • Traduttore: Pandolfi A.
  • Editore: Corbaccio
  • Data di Pubblicazione: 2008
  • Collana: Scrittori di tutto il mondo
  • ISBN-13: 9788879725163
  • Pagine: 446
  • Formato - Prezzo: Brossura, illustrato - 22,00 €

6 Commenti a “La storia infinita - Michael Ende”

  • 29 dicembre 2010 alle ore 18:22
    Anonimo says:

    Se esiste un libro che può essere definito magico, è proprio questo.
    La meraviglia che si prova leggendolo da bambino è paragonabile solo alle riflessioni sui moltissimi temi che affronta, se lo si legge quando si è già un pò cresciuti.
    L'unica avvertenza è di procurarsi l'edizione stampata con l'inchiostro bicolore, la scansione fra le parti "reali" e quelle "fantastiche" in questo modo non è un vezzo ma fa decisamente parte della struttura del romanzo.
    Ancora meglio sarebbe procurarsi la vecchia edizione Longanesi, quella con i capolettera miniati.

  • 29 dicembre 2010 alle ore 18:28
    sakura87 says:

    Ah, la miniatura è mantenuta (anche se in bianco e nero) anche nell'edizione economica :)
    Comunque concordo: andrebbe letto da bambini per apprezzarlo perfettamente.

  • 29 dicembre 2010 alle ore 18:45
    Pythia says:

    A me è capitato di apprezzare da adulta romanzi che da bambina non mi erano piaciuti o addirittura non volevo saperne di leggere (uno per tutti, "L'isola del tesoro", uno dei viaggi più divertenti che abbia mai fatto). Ma mi è anche capitato di rileggere un romanzo letto e riletto alle medie e chiedermi come diavolo avessi fatto ("La freccia nera", riletto a 25 anni suonati e abbandonato perché non ne andavo fuori!!! Da riprendere sicuramente)

  • 30 dicembre 2010 alle ore 10:22
    polyfilo says:

    era uno dei miei film preferiti da bambino.
    credo che falkor (fucur nel libro?) e l'oracolo del sud siano rimasti a popolare il mio immaginario per sempre...

    (ma sei sicura di aver superato l'adolescenza da così tanto tempo??? ;-p)

  • 30 dicembre 2010 alle ore 15:43
    Anonimo says:

    I capilettera che intendo io sono quelli grandi, a mezza pagina; illustrati da Antonio Basoli, raffigurano templi, navi, paesaggi fantastici e via dicendo; in libreria mi era sembrato di vedere che le nuove edizioni hanno solamente un font ornamentale di dimensioni maggiori.

  • 18 gennaio 2013 alle ore 20:08
    Ale says:

    Io ho recentemente letto questo libro e dire che è fantastico penso sia, a mio parere, davvero poco. Concordo con le persone che ritengono che alcuni libri si possano apprezzare di più se letti durante l'infanzia anche se al riguardo non posso dire molto. Frequento la seconda media e ho solo 13 anni ma posso dire di ricordare con quale fantasia leggevo i libri quando ero più piccola. Anche adesso mi piace molto leggere, ma sfogliare un libro e immergermi in esso ora è completamente diverso, anche se non meno bello. Forse rileggerò la storia infinita quando sarò più grande e allora mi ricorderò di voi e penserò intensamente alle vostre parole per cercare di comprendere pienamente i vostri pensieri e le vostre idee.E ora mi rivolgo a tutte le persone che non hanno mai letto questo libro: se sapete davvero immaginare o no non importa, leggetelo e non solo ne trarrete meravigliosi insegnamenti ma questa storia vi permetterà anche di guardare il mondo con occhi diversi!!!

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