Leda è una giovane wingson, carina, vivace e intelligente. Come tutte le ragazze, ama passare le giornate a divertirsi con le amiche, correndo dietro al ragazzo più ambito del paese, che non la degna di uno sguardo, e detesta la scuola!!! Ma ciò che aspetta con più ansia è il giorno in cui, finalmente, riceverà il suo medaglione. Un medaglione magico che ricevono tutti i wingson all'età di 17 anni. In ogni medaglione comparirà, al centro del ciondolo dorato, una pietra colorata. Il colore della pietra stabilisce quali strabilianti poteri il wingson, da quel momento, sarà in grado di gestire! Inoltre, con il medaglione, inizieranno a crescere sulla schiena di tutti i wingson delle grandi ali bianche, che permettono loro di volare ad altissima velocità! Finalmente, anche per Leda arriva il grande giorno! Ma non sa ancora che qualcosa sta per accadere... Qualcosa di imprevisto... Qualcosa di inspiegabile... Qualcosa che cambierà la sua vita per sempre.
Recensione
Leda ha 17 anni, un'età importante e complicata, soprattutto quando si abita a Wingsworld. In questo caso, infatti, non solo ci si ritrova a fronteggiare quei problemi tipici dell'adolescenza, ma è anche necessario imparare a conoscere e gestire i propri poteri. Perché gli abitanti di Wingsworld, i wingson, hanno ognuno un dono speciale, parte di loro fin dalla nascita ma che si rivela solo all'età di 17 anni, quando ogni giovane riceve un medaglione in grado di risvegliare quei poteri finora rimasti latenti. Ogni medaglione è ornato da una pietra che assumerà il colore corrispondente al particolare tipo di potere del possessore. Solo cinque sono i possibili colori che la pietra può assumere. O almeno così si è sempre creduto a Wingsworld, ma qualcosa accade che mette in crisi le certezze di questo piccolo mondo e stravolge la vita della giovane Leda, ora catapultata in un complesso intreccio fatto di bugie e verità nascoste che affondano le radici in un conflitto che risale a prima della sua nascita.
A una trama ben congegnata e coinvolgente, purtroppo, non si abbina uno stile all'altezza della situazione. Certo il libro è stato scritto con l'intento di rivolgersi a un pubblico di giovanissimi, ma questo non giustifica la scelta di un registro eccessivamente colloquiale e ricco di contraddizioni. Si parte infatti con un linguaggio infantile fino all'eccesso, con un uso smodato di diminutivi e vezzeggiativi sinceramente un pochino fastidioso. Immersi in questa realtà fatta di tenere faccine e rosei musetti si riceve una doccia fredda quando l'autore inizia a parlare di seni prosperosi e perdite della verginità, argomenti che riserverei perlomeno ad un pubblico di adolescenti. E così si prosegue per tutta la narrazione, alternando uno stile infantile a un linguaggio identico a quello che normalmente viene utilizzato da due quattordicenni che spettegolano al telefono, a volte ripetitivo e contraddittorio, per poi invischiarsi nelle parti descrittive in cui improvvisamente l'autore cambia di nuovo registro adottando un tono didascalico degno di un libro di geografia. Ad accentuare questa sensazione di eccessiva colloquialità si aggiunge l'uso di punti esclamativi seminati a profusione in tutto il romanzo, spesso a sproposito, espressione di una certa tendenza del narratore a intromettersi nel racconto forzando nel lettore determinate opinioni e soprattutto giudicando i propri personaggi, a volte pure con eccessivo paternalismo, invece di lasciare che fatti e azioni parlino per loro.
Per contrasto, invece, le conversazioni tra i protagonisti risultano spesso forzate e poco convincenti, oltre che un po' piattine.
Certo l'autore è giovane e probabilmente paga un po' l'inesperienza ma è veramente un peccato perché l'idea di base è originale e potrebbe tranquillamente coibvolgere un pubblico più vasto dei soli ragazzini delle elementari, basta pensare all'incredibile successo di Harry Potter fra il pubblico di tutte le età. In quel caso però l'autrice poteva contare su una trama solida e su un linguaggio che sapeva essere spiritoso e accattivante pur restando curato e volte anche complesso. Perché non è vero che per catturare l'attenzione dei più giovani bisogna parlar loro come sentiamo fare ai ragazzi di "Amici".
Aggiungo un'ultima nota: so che il libro ha trovato un editore ed è in fase di editing, durante la quale si stanno apportando alcuni cambiamenti/correzioni.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Wingsworld, il mistero della pietra di Leda
- Autore: Francesco Ruccella
- Editore: Booksprint
- Data di Pubblicazione: 2010
- ISBN-13: 9788896344828
- Pagine: 188
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro
Ciao,
sei stato troppo buono nella recensione, ma comunque utile soprattutto perché in rete non si trovano vere e proprie recensioni, ad eccezione della tua e la mia (un po’ meno buona). Sono rimasta sbalordita dalle dichiarazioni dell’autore “ho scritto il libro in due mesi”, ma non si vergogna?
Comunque siamo in Italia, il Paese delle favole dove ormai qualsiasi cosa può diventare realtà!
Buona notte!
Ciao!
Grazie per il tuo commento.Ho cercato di essere poco severa soprattutto in considerazione della giovane età dell'autore, secondo me delle potenzialità in fatto di creatività ci sono ma in quanto a forma e stile c'è ancora parecchia strada da fare. Spero sia passato il messaggio che un libro scritto così non è nè moderno nè più vicino ai giovani, è solo scritto male.
Sei una ragazza :-O
Scusa!
Ritornerò una volta ogni tanto, mi piace qui. Ho inserito un link al tuo blog nella pagina I Love Fantasy di FaceBook ;-)
Alla prossima!
Non ho letto il libro, ma curiosamente parlavo proprio ieri con una conoscente a proposito della moda degli scrittori junior: sembra che le case editrici, da qualche anno a questa parte, si compiacciano di sbandierare: "L'esordio di X a soli Y anni!". Riflettendoci un po', forse dipende dalla fortuna che ha fatto Paolini.
Quello che mi chiedo io è: la giovane età dell'autore, accostata a una scrittura che a una lettura anche superficiale si rivela mediocre, viene esplicitata per complimento o giustificazione?
Nel secondo caso, perché un libro mediocre deve essere considerato con indulgenza solo perché l'autore è giovane? Non poteva aspettare di crescere -artisticamente parlando- per poi rivedere l'opera che al 99,9% dei casi sarebbe risultata migliore?
Nel primo caso, dove sta il complimento? Nel fatto che spesso e volentieri sono mediocri anche gli scrittori adulti e quindi da uno giovane ci si aspetterebbe qualcosa di meno che scadente?
Io proprio non lo so. Non sono contraria agli esordienti giovani -tutt'altro- ma nella maggior parte dei casi hanno ancora bisogno di crescere e non è d'aiuto, per loro, trattarli con compiacenza.