Recensione
Nel panorama del fantasy italiano sembrerebbe arrivata una folata d'aria fresca, con un romanzo insolito e originale: "L'acchiapparatti" può vantare i personaggi più strampalati che si siano mai incontrati dalle nostre parti e una trama avvincente e per nulla scontata. Sia i protagonisti che i comprimari, ma anche le semplici comparse sono ben delineati, mostrando una vita propria e indipendente, e non danno affatto l'idea di seguire una strada già impostata. Le atmosfere si rifanno indubbiamente al calssico fantasy di Tolkien o Brooks senza però essere banali o già viste. Un pacchetto simile merita di essere trattato con i guanti bianchi, ma un'edizione forse frettolosa e certamente non accurata gli toglie freschezza, rendendolo pesante e ripetitivo.
Termini imprecisi (il nome corretto dei dadi d'osso è astragali), giri di parole, contorcimenti perifrastici, innumerevoli sinonimi per evitare ripetizioni anche quando non è necessario. Ad esempio, nella rissa del primo capitolo non si capisce quanti siano i personaggi coinvolti, solo perché l'autore non chiama per nome il misterioso giovanotto - tale Gelco, presentato nelle prime righe con tanto di testimoni. Ancora, a pag 50, Ghescik viene chiamato becchino, zoppo, gobbo, storpio, pur essendo l'unico personaggio presente.
Gli schemi si ripetono fino alla noia: si incontrano sempre "loschi figuri" che nel giro di due righe scopriamo di conoscere già. Il giochetto è carino, ma se dosato in modo adeguato. Lo stesso si può dire delle digressioni storico-socio-culturali che introducono numerosi capitoli: interessanti, ma fredde e decontestualizzate.
Di una madre che non tratta la propria creatura come un figlio, scrivere che lo guarda con occhi materni è una evidente contraddizione. Piuttosto pietà, dispiacere, dolore, compassione: gli occhi materni lasciamoli a chi prova un sentimento di madre, che lo sia oppure no.
Il magico cerchietto di metallo viene chiamato "diadema": è vero che in tempi passati il termine indicava una fascia metallica che cinge la fronte, ma il lettore di oggi, anno 2010, pensa a quello di Miss Italia.
Zaccaria, tra tutti i nomi da fantasy, stona un po', ma ci guadagna con la sua simpatia: peccato che sia un'accozzaglia esagerata del DSM-IV che lo rende poco plausibile.
La storia avrebbe davvero meritato uno sforzo in più: rispetto all'edizione precedente si vede lo sforzo compiuto, ma non è abbastanza, e lo dico a malincuore.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: L'acchiapparatti
- Autore: Francesco Barbi
- Editore: Baldini Castoldi Dalai
- Data di Pubblicazione: data
- Collana: Romanzi e racconti
- ISBN-13: 9788860736529
- Pagine: 466
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 18,50 Euro
0 Commenti a “L'acchiapparatti - Francesco Barbi”
Posta un commento