Recensione
Benché pubblicato postumo insieme a Persuasione, L'abbazia di Northanger è il primo romanzo compiuto di Jane Austen. In quanto tale è connotato da una immaturità nello stile e nella storia che lo distingue dalle sue opere successive e più note.
La trama è molto esile ma la sua pecca principale sta nel fatto di non mostrare una "evoluzione dei sentimenti" della giovane protagonista come avverrà nei romanzi che la Austen produrrà in seguito: Henry è il primo uomo con cui Catherine ha occasione di relazionarsi a Bath, è il primo che le si avvicina, che si dimostra gentile con lei, è il primo ad attrarre la sua attenzione e sembra conquistare istantaneamente il suo affetto. Nell'istante stesso in cui Catherine lo conosce comincia a pensare ad un futuro comune e i suoi sentimenti non vacilleranno, non si affievoliranno, non muteranno in alcun modo fino alla fine del romanzo.
Luogo di incontro dei due giovani e ambientazione di una parte della storia è Bath, posto di villeggiatura dove la Austen stessa visse per un periodo e che non le fu mai particolarmente caro. Nel libro infatti non risparmia i suoi strali al villaggio, alla frivola società che lo frequenta, ai suoi vuoti rituali: "Ogni mattina portava con sé doveri fissi: si dovevano visitare i negozi; si dovevano andare a vedere i nuovi quartieri della città; si doveva frequentare la Pump Room e farvi, per circa un'oretta, una sorta di parata, guardando tutti e non parlando con nessuno". L'ironia che caratterizza lo stile della scrittrice inglese non è ancora stata mitigata in questo suo romanzo d'esordio,non subisce limitazioni e sembra talvolta sconfinare nella satira: "La signora Allen apparteneva a quella numerosa categoria di donne, dalle quali la società non deriva altre emozioni se non la sorpresa che ci sia stato un qualsivoglia uomo al quale siano piaciute abbastanza da esserne sposate". L'arma dell'ironia viene rivolta persino contro la protagonista: "Nessuno che avesse conosciuto Catherine Morland nella sua prima infanzia avrebbe mai supposto che il suo destino sarebbe stato quello di essere un'eroina". L'insistenza con la quale l'autrice persiste nel definire eroica la protagonista del suo romanzo sembra voler indicare la mediocrità di Catherine: è una fanciulla "quasi graziosa", senza particolari qualità, di cui Henry si innamora principalmente per un "sentimento di gratitudine".
Ma dove la penna di Jane si fa più affilata è sicuramente nella parodia del romanzo gotico tanto di moda in quel periodo: Catherine, ragazza semplice e ingenua, che conosce la vita più attraverso i romanzi che non per averla vissuta, si lascia influenzare a tal punto dalla lettura da immaginare crimini e delitti in ogni dove, trascorrendo, per questo motivo, una notte insonne.
In definitiva posso assicurare che se questo romanzo non rappresenta di certo il capolavoro di Jane Austen e, secondo la definizione di un critico inglese, non sia mai stato il preferito di nessuno, la sua lettura risulta, proprio a causa di questo suo stile caustico e pungente, davvero piacevole e divertente.
Dettagli del libro
- Titolo: L'Abbazia di Northanger
- Titolo originale: Northanger Abbey
- Autore: Jane Austen
- Traduttore: Elena Grillo
- Editore: Newton Compton
- Data di Pubblicazione: 2010
- Collana: Grandi tascabili economici Newton
- ISBN-13: 9788854120532
- Pagine: 192
- Formato - Prezzo: Brossura - 6.00 Euro
Adoro Jane Austen!!!
Certo non è al livello di "orgoglio e pregiudizio" o "persuasione" ma ci sono dei momenti davvero divertenti (quando pensa di trovare un cadavere nella cassapanca e trova una coperta o quando pensa di trovare una lettera con segreti incofessabili e invece è la lista della spesa).
Proprio in questi giorni ho parlato della Austen anche da me! Pensa un pò! questo libro non l'ho mai letto. Mi manca questo e Persuasione, poi di lei ho letto tutto.
Northanger Abbey è uno spasso!quando l'ho letto mi sono divertita tantissimo e tenendo conto che è una parodia dei romanzi gotici di anne radcliffe tanto in voga alla fine del XVIII secolo si apprezza ancora di più^^
Penso proprio che sarà il mio prossimo libro della Austen ;)
L'ho scambiato un po' di tempo fa, sennò te l'avrei mandato ;-)
Devo dire che è il libro che mi è meno piaciuto della Austen, come dicevi tu si sente che è un'opera immatura. Se però la si prende come parodia del genere gothic che imperversava all'epoca è abbastanza godibile :)
Sarà pure un opera immatura, sarà pure una parodia e nient'altro, però a me è piaciuto più di tutti gli altri libri della Austen. E' l'assoluta normalità della faccenda ad avermi colpita credo, l'assenza di grandi personaggi e la dinamica naturalissima con cui lui si accorge di lei, il fatto cioè che Henry la noti perchè sentiva su di sè il suo sguardo. Come ammette la stessa autrice è una situazione abbastanza normale nella nostra vita quotidiana: ci sentiamo oggetto di un affetto particolare e ci sentiamo spinti a ricambiarlo. Ma è la prima volta che leggo qualcosa di simile, non conosco altri libri o favole o film che descrivono questo innamorarsi per gratitudine e forse è questo che me l'ha fatto tanto amare.
[niggle]
Il 14 settembre avevo scritto che sarebbe stato il mio successivo romanzo della Austen. E' il 14 giugno e in effetti così è stato ;)
Lo sto leggendo in questi giorni, e mi sta piacendo molto, proprio per la divertentissima ironia non limata. Non mi piace quanto Orgoglio e Pregiudizio, e probabilmente non quanto Ragione e sentimento, ma senza dubbio più di Emma che è considerato quasi unanimemente il capolavoro della Austen.