Recensione
L'aggettivo che ho sentito usare più spesso per descrivere questo libro è "commovente". Sembra che questa caratteristica lo renda automaticamente anche bellissimo.
E' vero: questo libro è a tratti molto commovente e toccante, ma basta davvero questo a renderlo un bel libro? Io sinceramente sono rimasta un po' delusa, la sensazione che aleggiava durante tutta la lettura era "questo l'ho già sentito".
Gaarder ha senza dubbio dei temi prediletti e ne La ragazza delle arance non si smentisce. Anche questo racconto, costituito principalmente da una lunga lettera scritta da un padre morente al figlioletto di tre anni che non potrà mai conoscere davvero, è racchiuso l'accorato appello del'autore a non vivere una vita passiva, a ricercare il perché delle cose, a lottare per svelare il mistero dell'esistenza umana. Si tratta di un unico "carpe diem" accompagnato dalla realizzazione che ogni momento, ogni gesto, ogni dettaglio per quanto piccolo e insignificante nasconde qualcosa di speciale e profondo.
Ripeto: si tratta di temi già cari all'autore, il problema è che qui Gaarder sembra aver perso quella creatività che nelle opere precedenti gli permetteva di dare un taglio originale a un messaggio certo importante ma non proprio nuovo.
La ragazza delle arance, per quanto toccante ed evocativo, manca di quel guizzo creativo, si intuisce dove l'autore vuole andare a parare già dalle prime pagine, per questo forse come racconto può essere più apprezzato da chi non ha particolare confidenza con le opere di questo autore, altrimenti rimane un po' questa sensazione di deja-vu che rischia di banalizzare anche il messaggio che sta dietro alla trama.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La ragazza delle arance
- Titolo originale: Appelsinpiken
- Autore: Jostein Gaarder
- Traduttore: Laura Barni
- Editore: TEA
- Data di Pubblicazione: 2007
- Collana: Teadue
- ISBN-13: 9788850214570
- Pagine: 193
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 8.60
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