Recensione
Nella calura estiva, rimasto a corto di libri, decido di andare a spulciare la libreria di mio padre in cerca di qualcosa di buono. Tra i vari mattoni storici scorgo questo libricino sottile. Lo prendo, guardo la copertina e subito mi ricordo di quand'ero piccolo, al massimo dieci anni, mentre guardavo mio padre che lo leggeva prima di andare a dormire e di quanto all'epoca fossi rimasto affascinato dalla copertina e dall'ambientazione storica. La Preistoria! L'uomo scimmia! Però non c'erano i dinosauri e forse è per questo che me ne dimenticai. Ora che lo rivedo decido di leggerlo, convinto anche dalle buone recensioni su aNobii. Cominciando a sfogliare rimango piacevolmente stupefatto: una prefazione di Sir Terry Pratchett. Quale migliore pubblicità? "Il libro che avete tra le mani è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni". L'eccitazione è alle stelle!
Ora, dopo averlo letto, penso che ci siano dei motivi per cui ne sono rimasto profondamente deluso e ho pensato che si possa scegliere tra questi:
1) Pratchett è stato pagato profumatamente per fare siffatta prefazione (tralaltro l'unica cosa che mi ha fatto ridere di tutto il libro), ergo credo proprio che d'ora in poi non mi fiderò più delle presentazioni di Pratchett, un po' come al cinema non mi fido più delle presentazioni di Quentin Tarantino;
2) Non capisco l'English Humour, ci può stare, anche se credevo che ridere agli sketch dei Monty Python fosse una buona credenziale;
3) La traduzione ha appiattito il fine umorismo rendendolo un'accozzaglia di frasi scialbe;
4) Varie ed eventuali (che ce lo vuole sempre).
L'idea di far ragionare un uomo scimmia come l'inglese medio moderno (solo un po' più curioso, ma la spocchia è quella), con conoscenze sull'evoluzione passata e futura degne di Darwin e raccontare il suo continuo lambiccarsi il cervello per cercare le maniere migliori per arrivare a compiere quei passi evolutivi che cambieranno la sua condizione potrebbe anche affascinare il lettore, ma la storia è raccontata con un prosa più piatta dell'elettroencefalogramma di un morto, senza picchi, senza cadute però senza nemmeno alcun sussulto. I personaggi non sono assolutamente accattivanti, anzi creano anche un certo fastidio e le situazioni in cui si muovono, potenzialmente coinvolgenti, non lasciano alcun segno.
Nell'intenzione dell'autore si vede una volontà di rileggere la società moderna attraverso gli ominidi, ma anche qui, tanto per fare un paragone vicino, Pratchett con la sua sagacia è avanti anni luce.
In conclusione, una delusione su tutti i fronti.
Giudizio:
+2stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Il più grande uomo scimmia del Pleistocene
- Titolo originale: Evolution man
- Autore: Roy Lewis
- Traduttore: Carlo Brera
- Editore: Adelphi
- Data di Pubblicazione: 1992
- Collana: Gli Adelphi
- ISBN-13: 9788845915918
- Pagine: 178
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 7,20
Se ti piace la preistoria, ti consiglio "Pliocene" di Popescu, io l'ho adorato :-)
Qui a casa il libro circolava sotto l'etichetta di 'geniale, leggitelo!'.
Mmmbah. Mi ha fatto ridere solo la parte relativa all'accoppiamento.
Però leggendolo mi sono ricordata che la scoperta del fuoco era stata inserita in una mia antologia di prima o seconda media.