Recensione
"Un giorno, Locke Lamora, combinerai un casino così superbo, così ambizioso, così travolgente che il cielo si illuminerà, le lune gireranno e gli dei stessi cacheranno comete con gioia. E spero solo di essere ancora in circolazione per vederlo."
"Oh, per piacere. Non succederà mai", dichiarò Locke.
A Camorr, una sorta di città costiera o lagunare sul modello dell'antica Venezia, il piccolo Locke Lamora rimane orfano e solo in seguito ad una grande epidemia. Intrufolatosi nella banda di piccoli ladruncoli addestrati dal Forgialadri si mette subito in mostra per un'estrema abilità nel raggiro e fa così il suo ingresso nel nutrito e complesso mondo sotterraneo dei Giusti di Camorr. Locke, tanto privo di discrezione quanto abile nell'arte del raggiro, viene infine affidato a Padre Catena, misterioso sacerdote mendicante che nutre la segreta ambizione di creare un gruppo di perfetti ladri e truffatori in grado di infrangere la Pace Segreta, che vieta da anni alla malavita di esercitare le proprie arti sulla nobiltà cittadina.
Vent'anni dopo Locke, ormai capo dei Bastardi Galantuomini e diventato una leggenda con il soprannome di "Spina di Camorr", sta per mettere in atto il suo piano più ambizioso e pericoloso: sottrarre un'ingente fetta del patrimonio di Don e Donna Salvara, esponenti della più alta nobiltà camorrana. Nel portare a termine l'operazione, però, i Bastardi Galantuomini si trovano invischiati in una lotta all'ultimo sangue tra il misterioso Re Grigio e Capa Barsavi, padrino della malavita di Camorr. Il romanzo, primo di una progettata serie di sette volumi, si snoda su due linee narrative convergenti. La linea narrativa principale si occupa della realizzazione del piano progettato dai Bastardi Galantuomini; la seconda offre, invece, diversi flashback che fanno luce sull'apprendistato di Locke e compagni e su alcuni fatti della storia di Camorr che arricchiscono l'ambientazione e fanno da supporto allo svolgimento della linea principale.
I due piani si alternano facendo leva sul colpo di scena e sul cliffhanger, artifici che tengono avvinta l'attenzione del lettore e rendono davvero difficile staccarsi dalle pagine del libro. Un'altra menzione d'onore va alla lingua (e in questo caso, avendo sbirciato anche la versione originale, alla traduttrice, che ha fatto davvero un ottimo lavoro di adattamento): Locke usa diversi registri per ciascuna delle maschere che sceglie di indossare, ognuna con il suo personale repertorio di modi di dire. Inoltre, al contrario di molti furfanti letterari, i Bastardi Galantuomini e i Giusti di Camorr attingono ad un ricco patrimonio di espressioni salaci, battute a doppio senso e lessico volgare che arricchiscono i dialoghi, già di per sé molto buoni. L'unico elemento discordante è il suono dei nomi di luogo e persona, che fa troppo il verso alla fonetica italiana, raggiungendo accenti comici un po' troppo calcati e, secondo me, involontari. Si tratta però di un difetto minore all'interno di un'opera prima che rappresenta una delle poche creazioni originali e piacevoli nella pioggia di pubblicazioni dedicata al fantasy e arrivata nelle nostre librerie negli ultimi anni.
Giudizio:
+5stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Gli inganni di Locke Lamora
- Titolo originale: The Lies of Locke Lamora
- Autore: Scott Lynch
- Traduttore: Anna Martini
- Editore: Nord
- Data di Pubblicazione: 2007
- Collana: Narrativa Nord
- ISBN-13: 9788842914822
- Pagine: 605
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 19,60 Euro
Mi piace molto il filone del fantasy moderno che si distacca dai soliti vecchi stereotipi di stretta derivazione tolkieniana; ancora non ho letto questo libro, ma conto di farlo al più presto.