Recensione
The only thing more painful than being an active forgetter is to be an inert rememberer.
E' veramente difficile scrivere un commento, così come è difficile definire questo libro. Mi vengono in mente parole come onirico, surreale, straziante, incredibilmente divertente.
Ci ho riflettuto diversi giorni ma non sono riuscita a decidere da che parte iniziare, come comunicare cos'è stato questo libro per me.
C'è Alex che ha vent'anni, vive in Ucraina e sogna di andarsene in America a far fortuna. Ed è essenzialmente uno squinternato, come squinternato è il suo inglese, per grande sfortuna di Jonathan, il giovane americano che prende Alex come interprete durante il suo viaggio sulle tracce della donna che cinquant'anni prima aiutò il nonno a fuggire dai nazisti. I dialoghi fra i due giovani, che provengono da realtà opposte, sono contemporaneamente esilaranti fino allo stremo ed estremamente malinconici. In poche battute rispecchiano in modo perfetto due animi molto affini.
Poi c'è il nonno di Alex, che si finge cieco e fa l'autista ma in realtà è solo imprigionato dai propri ricordi, impantanato in una malinconia e in una serie di sensi di colpa impossibili da eliminare. Essendo un finto cieco, il nonno ha un cane guida che non guida da nessuna parte ma è estremamente interessato a intrattenere rapporti carnali con lo sciagurato turista.
Tutti e quattro si mettono in viaggio attraverso un'Ucraina fredda e dura, alla ricerca di un paese che nessuno può o vuole ricordare. Le tracce di Trachimbrod sono perse nel tempo, ciò che rimane sono pezzi di vita custoditi in centinaia di scatole da una donna troppo ferita per poter pronunciare il proprio nome. Per Jonathan questa ricerca diviene la ricerca della propria memoria e della propria identità, e se la realtà è scarsa di informazioni, egli provvede a colmare le lacune ricostruendo la storia della propria famiglia come se fosse un lunghissimo sogno, carico di simbolismi.
Il racconto si svolge quindi alternando il resoconto di Alex del viaggio nell'Ucraina contemporanea con gli episodi del passato della famiglia Foer. Lo stile di Foer colpisce sia per l'assurdo inglese "ucrainizzato" messo in bocca ad Alex, sia per lo stile onirico ed evocativo degli aneddoti di Jonathan. Proprio questi ultimi hanno fatto gridare alternativamente "al genio" e "alla bufala", per alcune soluzioni narrative e grafiche abbastanza originali utilizzate. Onestamente non ho abbastanza competenza per dire se si tratta delle invenzioni di un furbetto che gioca a fare il genietto o se si tratti veramente di colpi di genio, posso dire che io non le ho trovate né forzate né fastidiose, così come non ho trovato noiosi o fuori posto questi allucinati viaggio nel passato e nella cultura Yddish, con le sue idiosincrasie e aperte contraddizioni.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Ogni cosa è illuminata
- Titolo originale: Everything is Illuminated
- Autore: Jonathan Safran Foer
- Traduttore: Massimo Bocchiola
- Editore: Guanda
- Data di Pubblicazione: 2004
- Collana: Le Fenici tascabili
- ISBN-13: 9788882466664
- Pagine: 327
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 9,50
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