1 agosto 2010

Nicolas Eymerich, inquisitore - Valerio Evangelisti

Libro d'esordio del protagonista di una delle saghe di fantascienza più amate. Ispirata alla figura di un inquisitore catalano realmente vissuto nel Trecento, la creatura di Evangelisti è un uomo intollerante e spietato, ma anche intelligente, coltissimo, dotato di spirito e coraggio, insieme privo di dubbi e tormentato. Le sue avventure si svolgono nell'Europa medievale popolata di cristiani, ebrei, musulmani ed eretici e in epoche diverse. Perché il nemico di Eymerich non può avere che sconfitte brevi e temporanee.


Recensione

Che cos’hanno in comune un giovane scienziato dalle teorie bizzarre, un austero inquisitore del milletrecento e un uomo impiegato su una nave psitronica?
Probabilmente il fatto di far venire il mal di testa.

Nicolas Eymerich, inquisitore è il primo volume di una strana saga storico-fantascientifica in grado di assassinare rapidamente aspettative e neuroni del lettore.
La narrazione inizia ai giorni nostri, con il giovane fisico Frullifer impegnato ad assediare un influente scienziato a capo del dipartimento di fisica di una non specificata università americana. La sua discutibile teoria coniuga fisica e parapsicologia: secondo il fisico, è possibile spostare oggetti e persone attraverso gli psitroni (particelle simili ai neutrini) nel tempo e nello spazio. Applicata al settore aerospaziale, la sua teoria potrebbe permettere i viaggi interstellari se un medium amplificasse le forze immaginative di un equipaggio che trasportassero altrove una proiezione instabile della nave e dell’equipaggio stesso. Per dirla in termini comprensibili, concentrandosi su un’immagine sarebbe possibile spostarla o evocarla nel tempo e nello spazio se un medium coordinasse un gran numero di menti.
Frattanto, settecento anni prima o giù di lì, a Saragozza Nicolas Eymerich assiste alla morte del Supremo Inquisitore, che lo nomina suo successore purché riesca a fare accettare l’investitura all’arcivescovo (che rappresenta il Papa) e al re. In questa linea temporale, il rigido Eymerich oltre a doversi muovere tra gli intrighi di corte e di ordine dovrà anche indagare sui misteriosi ritrovamenti di strani cadaveri di neonati deformi e bifronti, oltre che sulle inspiegabili apparizioni in cielo della sagoma di una gigantesca donna dagli occhi e dai capelli neri.
Spostandoci molto avanti, alla fine del ventunesimo secolo leggiamo la lunga deposizione di un anonimo reclutato sulla nave psitronica Malpertuis –evidentemente le scoperte di Frullifer sono state applicate davvero all’astrofisica-, in partenza per una missione non meglio specificata e apparentemente non proprio legale.
Le tre linee temporali si alternano capitolo dopo capitolo, fino a riunirsi al termine del romanzo, che, inaspettatamente (viste le premesse), riesce a concludere in maniera soddisfacente.

La verità è che i capitoli ambientati nell’Aragona dell’Inquisizione sarebbero anche discretamente interessanti (Nicolas è un personaggio detestabile nel suo essere un Inquisitore credibile), se non risultasse così paradossale l’accostamento del romanzo storico al romanzo di fantascienza.

Evangelisti, per mia croce e delizia, condisce il tutto con un atteggiamento smaccatamente antireligioso che diviene evidente quando si viene a smentire la religione con l’ausilio delle teorie psitroniche: se infatti la concentrazione su un’immagine (e quindi un culto nel caso in cui questa sia sacra) può proiettare in un tempo e in uno spazio quella stessa immagine, non siamo davanti alla prova dell’esistenza di tutte le divinità concepite dall’uomo e dunque di nessuna delle stesse?

Subdolamente, Evangelisti ha catturato il mio interesse e qualche briciola della mia benevolenza. Il che purtroppo non basta a farmi considerare il libro interessante.

La scrittura di Evangelisti, come ho avuto modo di dire per quanto riguarda Tortuga, è chiara e lineare ma non povera; la caratterizzazione di Nicolas, il personaggio cardine del romanzo, è molto buona e così la ricostruzione della Spagna dell’epoca, sebbene non troppo approfondita.

E’ un romanzo, insomma, che ha qualche elemento buono, che però non riesce a colmare l’assurdità della trama: per questo motivo non mi sento di consigliarlo, a meno che quella stessa assurdità della trama non vi attiri.


Questi i romanzi che compongono la saga, tutti pubblicati da Mondadori:
  • Nicolas Eymerich, inquisitore (1994)
  • Le catene di Eymerich (1995)
  • Il corpo e il sangue di Eymerich (1996)
  • Il mistero dell'inquisitore Eymerich (1996)
  • Cherudek (1997)
  • Picatrix, la scala per l'inferno (1998)
  • Il castello di Eymerich (2001)
  • Mater Terribilis (2002)
  • La luce di Orione (2007)

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Nicolas Eymerich, inquisitore
  • Autore: Valerio Evangelisti
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2004
  • Collana: Piccola biblioteca oscar
  • ISBN-13: 9788804528821
  • Pagine: 274
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 9,50

3 Commenti a “Nicolas Eymerich, inquisitore - Valerio Evangelisti”

  • Questo commento è stato eliminato dall'autore.
    12 luglio 2012 alle ore 12:59
    Anonimo says:

    Questo commento è stato eliminato dall'autore.

  • 1 marzo 2014 alle ore 14:15
    Anonimo says:

    Non mi permetto di giudicare i gusti e di criticare il tuo pensiero, però se mi cominci un critica mettendo in dubbio un libro da una scelta di un nome (sbagliando completamente, oltretutto), già mi scadi un po'.
    Può non piacere lo stile dello scrittore, può non piacere la storia e tutto quello che vuoi, ma un punto di forza dell'autore (unica cosa non criticabile di lui) è che è uno storico molto meticoloso. L'unico scrittore che ho letto fino ad ora (e ho letto molto) preciso in maniera precisa e maniacale.

    P.S. http://it.wikipedia.org/wiki/Nicolas_Eymerich

  • 1 marzo 2014 alle ore 15:17
    sakura87 says:

    Per quanto riguarda il nome, a mia unica discolpa posso dire che quattro anni fa non ero così meticolosa con la documentazione pre-recensioni come lo sono (lo siamo tutti) adesso. Errore (erroraccio) di precisione di cui mi scuso, non che tuttavia quell'inciso tra parentesi, commentino di una lettrice molto più ignorante di adesso, abbia inficiato il mio giudizio e la mia critica.

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