Recensione
Il piacere ha vita breve, e pure inversamente proporzionale alla sua intensità: questo il sunto della visione del mondo à la Houellebecq.
Il protagonista, un oscuro burocrate parigino presso il ministero della cultura, è un personaggio che ha sempre vissuto, a suo agio, nell'ombra e nel grigiore, sfruttando gli spazi morti di una società, per la quale è un semplice figurante e che lo sfrutta a sua volta. Da questa opacità esce solo casualmente, dopo l'incontro fatto in un viaggio organizzato in Thailandia, con una manager del settore turistico, Valerie, una donna che condivide con lui l'apertura mentale e sessuale come forma di opposizione passiva al conformismo di un mondo dominato da marketing, soldi e griffe.
In questo mondo vivono anche loro e godono dei suoi aspetti positivi, degli agi e del lusso che il loro stile di vita può permettere, eppure sono degli outsider: in una società dove i valori di riferimento sono la crescita, l'ambizione, la ricerca di frontiere sempre nuove - e Nouvelle Frontières è il nome del tour operator per cui lavora Valerie - loro ne sono quasi del tutto privi, e sono dunque degli alieni mascherati da persone conformiste.
La crescita, economica e personale, sono l'unico criterio di valutazione del reale che il mondo occidentale sembra conoscere. La soddisfazione e la realizzazione di sé, premessa dell'oblio, diventano l'unica chimera che sembra ridestare un barlume di desiderio nella stanchezza cosmica che affligge menti offuscate dai mantra della produttività e del consumo.
Tutto il racconto verte intorno a come creare un tipo di intrattenimento da villaggio vacanze che risulti appetibile per i palati stanchi dei turisti europei di fascia medio-alta. La novità consiste nell'includere nel pacchetto, in barba a ipocrisie e falsi moralismi, la possibilità del sesso a pagamento.
L'attrattiva in particolare è legata al fatto che per il maschio europeo, in crisi d'identità a causa del confronto sempre più impietoso e diretto con figure femminili parificate e omologate nella competizione per il successo sociale ed economico, il modo di offrire piacere e di offrirsi delle donne orientali risulta totalmente appagante. Forse dietro questa constatazione c'è un modo di vedere la donna in parte maschilista, ma Houellebecq non ne fa na questione di principio.
Si limita a rilevare il fatto che nella coppia eterosessuale occidentale il cambiare dei rapporti di forza produce uno squilibrio nella sfera emotiva ed erotica, nella sua stessa ragion d'essere dunque. La coppia viene sezionata - come anche la famiglia del resto - da un punto di vista essenzialmente illuminista e meccanicistico e la diagnosi è senza appello: crisi senza via d'uscita. Solo di tanto di tanto c'è la scappatoia di un'isola di diversità, che è appunto quella che si costruiscono Michel e Valerie.
In un mondo piattamente e rigidamente costruito sui numeri freddi e lividi delle analisi finanziarie e dei dati statistici, le loro placide trasgressioni sono l'ultima espressione di un anelito vitale, fragile ed effimero.
La narrazione segue questo mood espressivo: è del tutto lineare, piatta e atona. Più che leggere sembra di consumare le pagine, come fa il protagonista con i suoi libri commerciali, fatti per essere masticati, digeriti e poi sputati fuori. La vita sembra ridursi a saltare da un'enclave di sicurezza all'altra, come i quartieri residenziali parigini assediati dalle banlieue cariche di odio e disperazione, o come i resort thailandesi per grassi tedeschi dediti al turismo sessuale, circondati dal rancore del fondamentalismo islamico e per questo ancora più ingannevoli nel loro aspetto idilliaco di Eden moderno.
Il cinico ritratto della società e della coppia occidentale che ne viene fuori, senza alcuna velleità di critica sociale e senza alcuna spinta positivista - nonostante Auguste Comte sia tra le letture favorite di Michel -, è quello di una realtà fatta di 'non luoghi' accoglienti come degli alberghi, spersonalizzati e freddi, privi di profondità e intimità, assediati dall'ostilità di una larga parte della popolazione mondiale, che si sente esclusa dal benessere e dai miti consumisti e spinge per arrivare a goderne, mentre la coppia è destinata a incarnare un mero simulacro di relazione umana e affettiva.
Si legge scorrevolmente, la storia di Michel e lascia, molto più di tante tirate sul tramonto dell'Occidente, un senso di vuoto e inutilità che fa interrogare sul destino nichilista della nostra visione della vita.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Piattaforma nel centro del mondo
- Titolo originale: Plateforme
- Autore: Michel Houellebecq
- Traduttore: Sergio Claudio Perroni
- Editore: Bompiani
- Data di Pubblicazione: 2004
- Collana: I Tascabili
- ISBN-13: 9788845254079
- Pagine: 295
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 9,00
Però i thailandesi sono buddisti non musulmani! I musulmani vivono in un paio di piccole province al confine della Malesia, e non sono province turistiche.
Infatti nel romanzo il resort in questione si trova nella part thai della penisola malese e l'idea dei manager turistici era quella di scegliere dei luoghi non assimilabili a Phuket o Pattaya per mantenere un'atmosfera meno commerciale da riviera romagnola...