Recensione
Non lasciatevi ingannare dal nome di Tolkien in copertina, scritto in caratteri cubitali: la raccolta si compone di tre racconti, il cui primo è, per l’appunto, Sir Gawain e il cavaliere verde, ma non sono di Tolkien, bensì di un autore inglese anonimo probabilmente contemporaneo a Geoffrey Chaucer, che li scrisse in un dialetto delle Midlands. Tolkien si è limitato a tradurli in inglese moderno, o forse faremmo meglio a dire a volgerli, in quanto, come chiaramente spiegato nell’introduzione di Cristopher Tolkien, il grande filologo ha integrato le parti mancanti dopo approfonditi studi, e non ha rispettato lo stile allitterativo dei versi originali per privilegiare invece la resa finale come doveva suonare alle orecchie di un parlante dell’epoca.
Ciascuna storia è preceduta da un piccolo apparato critico, purtroppo ridottissimo a causa della sua incompletezza: Cristopher ha voluto ugualmente dare alle stampe questi racconti, come sempre basandosi sugli appunti del padre. Il volume è correlato da qualche nota di traduzione degli addetti ai lavori, e da una postfazione di Franco Cardini, studioso dell’università di Firenze, contenente dissertazioni sulla simbologia presente nei poemetti.
Il primo poemetto è senza dubbio il migliore della raccolta: è diviso in quattro sezioni per un totale di centouno capitoletti in prosa, ognuno dei quali seguito da una quartina in versi. Affonda le sue radici nelle leggende arturiane, principalmente nella figura di Galvano, nobile paladino alla corte di Artù che durante l’ultimo giorno dell’anno accetta la sfida di un misterioso quanto enorme cavaliere verde, comparso al desco del re per sfidare a duello chiunque accetti di misurarsi con lui. La sfida è singolare: il Cavaliere Verde offre il suo collo perché uno dei cavalieri lo colpisca con l’ascia, ma se questi sbaglierà il colpo dovrà presentarsi dopo un anno per offrire il suo al colpo del Cavaliere. Gawain accetta la sfida al posto del suo re, e decapita l’ospite senza alcun problema: ma il Cavaliere si alza subito dopo, recupera la testa e ricorda alla corte il patto che hanno stipulato, quindi scompare sul suo cavallo, verde anch’esso. Il resto del poemetto rappresenta la quest di Gawain: il suo viaggio alla ricerca della Cappella Verde per sfidare coraggiosamente il Cavaliere nonostante significhi morte certa, il soggiorno nella dimora del generoso Bertilak, i giochi cortesi con la dama del castello, le tentazioni e le prove che deve superare grazie al suo onore cavalleresco prima di potersi recare allo scontro finale.
La seconda sezione, composta da centouno strofe, contiene quello che viene unanimemente considerato un poemetto allegorico: un uomo ha perso la sua preziosa e perfetta perla, inghiottita dal terreno, e cercandola vede, dall'altra parte del fiume, una splendida fanciulla in un giardino edenico, che cerca disperatamente di raggiungere. I due personaggi hanno un lunghissimo dialogo in versi che verte tutto su temi cristiani, soprattutto quello della ricompensa divina al termine della vita terrena, e su parabole bibliche. Il poema viene letto come la rappresentazione elegiaca della morte della giovanissima figlia dell'autore (la perla rappresenta la purezza, ma anche una lacrima).
L'ultima parte, più breve dei precedenti, consiste in una rivisitazione della nota storia ellenica di Orfeo, traslata in un Medioevo fantastico: Sir Orfeo, un ricco e felice re, si vede strappare da esseri fatati l'amata moglie Heurodis, e per questo decide di abbandonare il regno nelle mani del ciambellano e di vagare per il mondo nelle vesti di arpista. Diversi anni dopo, s'imbatte in un corteo fatato, tra cui riconosce la compianta consorte, e decide di seguirlo fino a un castello incantato dove si esibisce per allietare la compagnia. Differentemente dalla versione greca, il poemetto ha un finale felice.
Difficilmente credo di poter essere nel commentare più esaustiva delle note e i piccoli saggi critici all'interno del libro stesso. Difficile anche giudicare il lavoro di Tolkien -che occorrerebbe leggere in lingua- rispetto ai poemetti del'autore originario, e di conseguenza difficile giudicare la resa dei traduttori italiani. Posso solo affermare che la lettura non è affatto difficoltosa, in special modo per quanto riguarda il primo poemetto, e consigliarne la lettura soprattutto agli appassionati di leggende arturiane e cicli bretoni (il primo poemetto è davvero una chicca).
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Sir Gawain e il Cavaliere Verde
- Titolo originale: Sir Gawain and the Green Knight
- Autore: J.R.R. Tolkien (curatore: Cristopher Tolkien)
- Traduttore: Fusco S.
- Editore: Edizioni Mediterranee
- Data di Pubblicazione: 2009
- Collana: Orizzonti dello spirito
- ISBN-13: 9788827220504
- Pagine: 188
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 12,90
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