Recensione
Tra le onde dello Spartiacque Azzurro, un cavaliere alato sul suo Roc s’imbatte in un naufrago in fin di vita che reca con sé una mappa e un braccialetto della casata degli Elessedil. Walker, l’ultimo Druido, sembra convinto che la mappa conduca a un tesoro inestimabile: un nuovo tipo di potere, una magia fatta di parole, che condurrebbe le Quattro Terre a una nuova era. In seguito a un accordo con il re degli elfi, che spera di recuperare, oltre alla magia, le pietre magiche appartenute al fratello (vera identità del naufrago) scomparso in mare trent’anni prima alla ricerca dello stesso tesoro, Walker allestisce una spedizione sulla nave volante Jerle Shannara. Dell’equipaggio faranno parte lo stesso Walker, i corsari Redden Alt Mer e Rue Meridian, la veggente Ryer Old Star, l’elfo Ahren Elessedil, il nano Panax, il mutaforma Truls Rohk, nonché il giovane Quentin Leah e soprattutto Bek Rowe, cugino di Quentin. Oltre a recuperare le chiavi per accedere alla magia, l’equipaggio deve anche guardarsi dalla potente Strega di Ilse, sulle tracce dello stesso potere…
Non troppo convincente questo primo volume della terza saga di Shannara. Purtroppo gli avvenimenti sono eccessivamente frenetici: mancano di adeguate descrizioni e risultano quasi confusionari. E’ un po’ indigeribile, tanto per fare un esempio fortemente esplicativo, che per tutto il viaggio sulla Jerle si ripeta quanto Bek sia diventato amico dell’elfo Ahren ma di fatto li si veda parlare insieme una o due volte. Non si possono creare rapporti tra i personaggi semplicemente descrivendone i risultati! L’unica figura che convince, credo, è quella di Walker, già incontrato nella scorsa saga e, suo malgrado, sempre più vicino alla figura dei druidi manipolatori che tanto detestava e a cui non avrebbe mai voluto somigliare. Bek, coprotagonista insieme a Walker, appare un po’ piatto, insieme a Quentin (il primo personaggio della casata Leah che non amo) e a tutti gli altri, soprattutto la Strega di Ilse, che puzza di clichè lontano un miglio (sì, più degli altri). Piccola eccezione fanno i Corsari (Redden e Rue): questa figura, la naturale evoluzione degli zingari ‘Rover’, risulta affascinante, considerato soprattutto il fatto che le navi, nel mondo di Brooks, volano.
Sono bene a conoscenza del fatto che Terry Brooks non sia troppo amato dai lettori di fantasy. Effettivamente, i suoi primi libri (che pure preferisco) risentono troppo delle influenze tolkeniane, che però compensa con trame interessanti e personaggi ben approfonditi; questa terza saga, però, pur notandosi un certo miglioramento nella scorrevolezza della prosa -che nei primi libri era più arzigogolata-, in questo primo libro presenta solo qualche spunto interessante e nulla di più.
Sconsigliato assolutamente per iniziare il mondo di Shannara; sconsigliato a chi già non ha amato le saghe antecedenti; consigliato a chi ama Brooks in ogni caso.
Nota: Questo romanzo apre il terzo ciclo di Shannara di Terry Brooks. E' completamente fruibile anche senza aver letto i due precedenti, ma non è autoconclusivo. I romanzi del ciclo:
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La strega di Ilse
- Titolo originale: Ilse Witch
- Autore: Terry Brooks
- Traduttore: Valla R.
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 2002
- Collana: Oscar Mondadori
- ISBN-13: 9788804510673
- Pagine: 363
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 9,50
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