Recensione
Citazione oramai scontata, Jane Austen parlando di Emma, disse "I am going to take a heroine whom no-one but myself will much like.". Sembra altrettanto obbligato constatare che, in effetti, tra tutte le eroine austeniane, Emma è quella verso cui è più difficile provare simpatia (ok, a volte la vorresti proprio prendere a schiaffi).
Devo anzi ammettere che la seconda rilettura ha suscitato una certa irritabilità verso la fanciulla in questione che proprio non mi ricordavo, per questo si perde una stellina rispetto al mio primo giudizio.
Sicuramente Emma è un po' un caso a parte, unica protagonista di un romanzo dell Austen a non essere afflitta da preoccupazioni economiche e, per questo, non tormentata dall'ossessione del matrimonio ad ogni costo. Apprendiamo quindi che lo "zitellaggio" è qualcosa di disdicevole e pietoso solo per le poverette come Miss Bates che devono contare sulla carità altrui e non sono neppure belle o intelligenti, mentre per la ricca, e pure un po' viziatella, Miss Woodhouse si tratta di una condizione onorevole e un'assicurazione di indipendenza.
Emma dichiara che cederebbe al matrimonio solo a patto di incontrare un amore assoluto ma per tutto il libro dimostra di non avere la minima idea di che cosa parla. La totale assenza di qualsivoglia (pre)occupazione le permette di auto-eleggersi cupido ufficiale della regione combinando unioni in base a criteri assolutamente inattaccabili quali "lui è alto e lei è bassa, sono fatti l'uno per l'altra: si completano a vicenda", in barba a qualunque sentimento contrario espresso dalle parti e pure al più comune buon senso. Impagabile spalla, da questo punto di vista, è la povera Harriet Smith, ragazzetta dalle umili origini elevata al rango di "cavia da laboratorio" di Miss Woodhouse. Nel ruolo Harriet se la cava alla grande, pronta com'è a dichiararsi innamorata ogni qualvolta la sua consulente sentimentale glielo suggerisce. Il risultato di queste macchinazione è ovviamente desolante (per Emma, per noi che leggiamo è abbastanza comico) e la nostra attraversa varie fasi di pentimento che contribuiscono a smorzare la sua aria snob e l'impressione che sia un po' frigidina. E' curioso notare, infatti, che l'unica creatura austeniana che potrebbe abbandonarsi tranquillamente ai propri sentimenti, sia proprio quella che sentimenti profondi sembra non averne, solo vizi e capriccetti.
E' per questo, più che per il suo evidente snobismo (particolarmente evidente se vi capita di ascoltare l'audiolibro, neanche la regina d'Inghilterra sembra così snob), che Emma risulta un po' difficile da amare, bisogna imparare a conoscerla a fondo e il romanzo in questo non aiuta perché effettivamente è un po' più dispersivo rispetto ad altre opere della Austen e si perde in alcune inutilità. Le sorelle Dashwood hanno sicuramente più cuore e le Bennet più cervello, ma è pur vero che momenti comici come quelli che ci regala la povera Emma altrove non si trovano. Ed è pur vero che Mr Knightley batte di gran lunga il buon Mr Darcy :) L'impressione è che con quest'opera l'autrice voglia sperimentare la leggerezza di esser donna e non dover dipendere da nessuno, si fa contagiare dalla gaiezza delle prospettive della sua protagonista e compone una storia meno pensata, più frizzante e, forse proprio per il suo tono leggero, più adatta a mostrare l'arguzia della Austen nello scoprire e descrivere i meccanismi dell'attrazione reciproca.
Delle innumerevoli trasposizioni cinematografiche di questo romanzo nessuna finora mi è sembrata in grado di cogliere l'essenza dell'opera al di là degli aspetti da romanzetto rosa sulla scia di "chi sposa chi". Forse quella che più mi ha soddisfatta è la versione della BBC del 2009 con Romola Garai nella parte principale mentre la versione del '95 per il grande schermo con la Paltrow che si aggira per la pellicola con la sua faccetta da madonnina infilzata mi è sembrata insopportabile. Per assurdo mi è sembrato che l'interpretazione di Alicia Silverstone nel famigerato Clueless abbia reso al meglio la spensieratezza del personaggio.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Emma
- Titolo originale: Emma
- Autore: Jane Austen
- Traduttore: Bruno Maffi
- Editore: Rizzoli (BUR)
- Data di Pubblicazione: 1992
- Collana: Classici
- ISBN-13: 9788817168823
- Pagine: 450
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 8,50
La Austen proprio non la reggo, mi sono sforzata ma non c'è stato niente da fare :-P
L'unico romanzo che mi sia piaciuto è "Orgoglio e pregiudizio e zombie", una genialata!
Chissà che una volta o l'altra non prenda in mano anche Emma, una mia amica mi diceva che era il suo preferito :-)
Il peggiore della Austen che abbia letto, finora ._. (e ho letto solo Orgoglio e Pregiudizio e Ragione e Sentimento)
Emma, più che antipatica, in confronto a Elinore o Elizabeth è...insignificante. Mi hanno annoiata gli infiniti pettegolezzi e Knightley in confronto a Darcy è semplicemente inesistente.
Che vi devo dire, io adoro Knightley :) Darcy è assolutamente un altro tipo di personaggio, comunque molto affscinate ma con un ruolo diverso nell'economia del romanzo.
Con Emma ci vuole pazienza, va presa a piccole dosi e con molta ironia. E' sicuramente vero che non ha lo spessore di altre eroine austeniane ma è il libro nel suo complesso che mi pare molto meno ambizioso rispetto a Ragione e Sentimento o Orgoglio e Pregiudizio.
Una premessa: adoro Jane Austen e le sue eroine!!!
Emma è antipatica? certo, è bella, è ricca e non ha problemi economici.
Il padre le fa fare tutto quello che vuole.
Come si fa ad amare un personaggio che ha tutto?
E' invece a me piace, perchè Emma è il personaggio più ironico della Austen, e sono daccordo con valetta97, il film più riuscito è "ragazze a Beverly Hills" con Alicia Silverstone..