Recensione
Tu conosci una sola canzone, Cassandra: fiamme e lutto per Troia, e la canti di continuo, come un menestrello che non conosce altro…
La guerra di Troia vista da occhi femminili che scrutano fin troppo lontano: Cassandra, la profetessa condannata a predire il futuro e a non essere mai creduta.
Figlia di Priamo ed Ecuba e (la Bradley si concede la sua prima deviazione rispetto alle versioni del mito) sorella gemella di Paride, Cassandra è la voce narrante, sia pure in terza persona, della lunga storia di Troia. Ecuba, cresciuta tra le amazzoni e dotata della Vista, poco prima della nascita dei due neonati sogna Troia in fiamme, e il nascituro trasformato in torcia dar fuoco alla città: e dunque, appena nati i due gemelli, Priamo si assicura che il bambino venga fatto crescere dal pastore Agesilao, lontano dalla reggia.
Cassandra cresce a corte, e già da bambina dimostra di possedere una Vista molto più potente di quella della madre; ben presto, durante una visita al tempio di Apollo, riceve la chiamata del Dio, che la consacra a se stesso come sua sacerdotessa. La sua scoperta di poter vedere dagli occhi di un fanciullo del tutto simile a lei spinge Priamo a farla crescere lontana da Troia, affidata alle cure della sorella della madre, Pentesilea, che la cresce come un’amazzone.
Marion Zimmer Bradley ripercorre, prendendosi diverse licenze poetiche, la storia di Cassandra e della città di Troia fino alla sua distruzione, e le sorti della Sacerdotessa in seguito alla sua partenza per Micene come concubina di Agamennone.
La Torcia prende, forse un po’ forzatamente ma in ogni caso con risultati meravigliosi, i temi del ciclo di Avalon e li amalgama con miti greci ormai così conosciuti da essere quasi abusati.
Lo scontro tra le potenze maschili per ottenere la preponderanza su quelle femminili viene trasportato nell’Antica Grecia, patria del culto della Dea e della sovranità indiscussa del matriarcato fino al momento in cui gli uomini, introducendo nuovi déi e nuove istituzioni, non ottengono il dominio delle donne e delle loro terre. E così regine come Elena, Clitemnestra, Ecuba e Andromaca vengono rivestite di nuovi abiti letterari e dotate di caratteri indipendenti e forti, più o meno stemperati a seconda del grado di adattamento del personaggio al nuovo sistema patriarcale.
Ecuba ha abbandonato il culto della Dea e l’indipendenza della sua formazione tra le amazzoni per sedere al fianco di Priamo come Regina di Troia; Clitemnestra si è dovuta sottomettere al marito e si è vista strappare la primogenita cui sperava di donare il dominio di Micene in nome di déi per lei falsi; Elena, costretta al matrimonio con Menelao dal suo popolo, ha seguito i comandi di Afrodite ed è fuggita a Troia al seguito dell’uomo che amava, invisa alle nuove parenti e alle usanze di Ilio, e diverrà involontaria causa della caduta della città; Andromaca, figlia dell’incontrastata regina di Colchide, ha preferito darsi in sposa a Ettore per ottenere la protezione degli uomini che la madre tanto disprezzava.
Alle storiche regnanti si affianca la meno conosciuta eppure non meno importante Pentesilea, la regina delle Amazzoni, sorella di Ecuba e capo di un popolo femminile ormai anacronistico che vive in assoluta comunione con la natura, libero di giacere con gli uomini prescelti e di educare le figlie da sé.
Ultima e principale, lei, Cassandra: colei che fu contesa tra la Dea e Apollo, che crebbe sotto l’ala della Madre di tutto e divenne sacerdotessa del Dio del Sole, e che fu da lui punita perché rifiutò di concederglisi con la privazione della Vista; ma un dio non può privare un mortale di un dono che non è stato lui a concedergli, dunque la sua punizione si trasformò nella maledizione di Cassandra: predire e non essere mai creduta. Invisa ai suoi stessi familiari, persino allo stesso fratello gemello, perché continua latrice di cattive notizie, Cassandra si sposta di paese in paese alla ricerca di un luogo che l’accetti, e tuttavia sempre spinta dal suo fato a tornare a Troia, dove si compirà il suo destino.
Accanto a personaggi femminili di una simile statura morale e psicologica, loro, gli uomini, gretti, meschini e conservatori: distanti dall’alone eroico e onnipotente dei poemi epici, vengono ridimensionati e tratteggiati con i difetti loro dovuti: Priamo, burbero e conservatore; Ettore, precipitoso e scettico; Paride, collerico, persino violento, spesso pavido ed egocentrico; Achille, brutale, prepotente e sacrilego; Crise, roso dalla lussuria. Toni più indulgenti sono usati nei confronti dei personaggi di Odisseo, gentile e fedelissimo alla moglie, e persino di Agamennone, la cui fine viene vista con una punta di rimpianto, nonostante nel corso della narrazione si comporti spesso in maniera empia. E soprattutto l’idealizzatissimo Enea, l’unico uomo verso cui Cassandra provi amore e desiderio, il solo che ascolti le sue profezie e che la tratti da pari.
Profondi e riflessivi quasi tutti personaggi femminili, gretti e conservatori quasi tutti quelli maschili: La Torcia è la storia di Troia, ma in fondo è solo l’ennesimo pretesto per narrare l’annoso scontro tra i sessi, perché la vera guerra del romanzo non è quella tra Argivi e Troiani, ma quella tra due sistemi: quello patriarcale, ligio e conservatore, e quello matriarcale, anarchico e dedito al culto della Terra e della Dea.
Un romanzo meraviglioso, lungo ma scorrevolissimo, narrato con perizia e consigliato a tutti.
Giudizio:
+5stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La Torcia
- Titolo originale: The Firebrand
- Autore: Marion Zimmer Bradley
- Traduttore: Rambelli R.
- Editore: Tea
- Data di Pubblicazione: 1994
- Collana: Teadue
- ISBN-13: 9788878193260
- Pagine: 500
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 8,90
Lei la conosco grazie a "Le nebbie di Avalon", libro che ti consiglio se non lo hai già letto.
Io invece mi cercherò questo testo e me lo leggerò proprio!
Grazie, Occhi di Notte, Le nebbie di Avalon l'ho letto e divorato ;) avevo una mezza intenzione di recuperare gli altri, ma mi hanno detto che perdono parecchio...
Ciao! Buona recensione, grazie.
Io ti consiglierei di leggere tutto il ciclo di Avalon. Le querce di Albion l'ho amato molto più de Le nebbie. :)
Grazie a te!
"Le nebbie" l'ho molto amato, ma poi ho riprovato con "Le luci di Atlantide" e l'ho trovato pessimo. Il trauma è ancora vivo, non so se e quando riproverò con altri suoi libri.