Recensione
Appena ho visto quest'edizione Einaudi contenente tutti i quattro romanzi che compongono il ciclo delle Piccole Donne ho avvertito l'impulso irrefrenabile di comprarlo. Innanzitutto perché mi permetteva di avere una versione d'insieme su libri che durante la mia infanzia e preadolescenza ho letto con lunghissimi intervalli tra uno e l'altro, in secondo luogo perché Piccole Donne è stato il mio libro preferito di sempre, quello letto talmente tante volte che la mia vecchia copia è quasi completamente plastificata dal nastro adesivo.
I quattro libri raccontano le vicende delle quattro sorelle March dall'adolescenza, trascorsa durante la Guerra di Secessione americana, alla piena maturità. Inteso dalla Alcott come un unico romanzo (dal 1880, infatti, viene pubblicato negli USA con il solo titolo di Little Women) racconta il percorso psicologico e umano delle quattro ragazze per affrancarsi dai loro vizi caratteristici sotto la guida dell'attenta madre, la signora March, mostrandoci alcuni spaccati di vita dell'America di allora: le faccende domestiche, il lavoro fuori casa, la scuola, le feste in società, il rapporto con i genitori, i litigi tra sorelle. I primi capitoli sono quasi raccontini edificanti indipendenti tra loro che mostrano i rischi di questo o quel comportamento scorretto, tra cui figurano la vanità, la pigrizia, l'egoismo, l'ira con forti richiami ai precetti religiosi dell'epoca.
Con l'ingresso del giovane vicino di casa Laurie il gruppetto si anima e Jo diventa la protagonista quasi assoluta della scena. Jo, infatti, è l'alter ego dell'autrice ed è, senz'altro, il personaggio in cui più si possono riconoscere le lettrici di oggi, grazie anche ad una maggiore caratterizzazione che lo fa spiccare sugli altri. La giovane Jo, mascolina, aspirante scrittrice e con un carattere molto forte, si scontra nel corso degli anni con i limiti della condizione femminile del diciannovesimo secolo e l'impossibilità di partecipare attivamente alla guerra in atto, di frequentare il college, di scrivere e pubblicare storie "a tinte forti". Per accontentare il pubblico delle giovani lettrici che la sommergevano di lettere, la Alcott si arrese alla fine a piegare il personaggio di Jo alle pressioni esterne, tanto che nel finale del libro la giovane si arrenderà all'idea del matrimonio e diventerà in tutto e per tutto una seconda signora March.
Piccoli Uomini prende il via qualche anno dopo la conclusione dei primi due romanzi. Dopo aver sposato il professor Bhaer, Jo riceve in eredità dalla vecchia zia March una grande casa fuori città in cui mette in piedi un collegio basato su metodi educativi innovativi per l'epoca e accogliendo alcuni piccoli ospiti con delle vere e proprie "borse di studio" finanziate dall'amico Laurie. Nel libro la Alcott, figlia di un educatore progressista, riversa tutte le teorie apprese probabilmente alla scuola del padre, volendo dimostrare i benefici di alcuni accorgimenti come l'educazione all'aria aperta, l'insegnamento a classi miste, l'importanza dell'educazione fisica, l'inutilità delle punizioni corporali sugli allievi, i figli e i nipoti della signora Jo. I vizi da correggere e le prove da affrontare sono più o meno delle quattro ragazze di Piccole Donne e questo è un punto che rende il romanzo più insipido degli altri tre che compongono la serie.
I ragazzi di Jo, ambientato oltre 10 anni dopo la fine del precedente Piccoli Uomini, ci mostra infine i destini dei ragazzi educati dai Bhaer dopo l'uscita dal collegio. Ciascuno di loro trova la sua strada, oppure si perde e la Alcott si prende la propria rivincita sulle lettrici attraverso il personaggio di Annie, 'Nan', piccolo clone di Jo March che studia per un lavoro all'epoca ancora tradizionalmente maschile, il medico, e rimane fieramente ed orgogliosamente single offrendo per di più il sostegno alla causa dell'emancipazione femminile. Gustosi anche i capitoli in cui Jo, diventata affermata scrittrice grazie ad un libro sull'infanzia delle sorelle March (in cui si può tranquillamente riconoscere il successo di Piccole Donne), si trova assediata dagli ammiratori che vogliono una dedica e un autografo sul proprio album personale.
Non ho apprezzato molto gli ultimi due libri della serie, che riprendono e ampliano temi già abbondantemente trattati nei primi due volumi con un intento pedagogico più accentuato che toglie freschezza alla narrazione e con il quasi annullamento di Jo in una matrona amorevole e un po' scialba. I primi due libri, invece, resistono bene ai loro 150 anni anche se sono convinta che per proporli ai bambini sarebbe necessario fornire loro gli strumenti per capire l'epoca storica in cui sono ambientati [mentre scrivevo questa recensione mi sono resa conto che qualcuno ci ha già pensato, come nell'edizione per ragazzi del Battello a vapore].
Una nota negativa, invece, per l'edizione Einaudi in mio possesso: nonostante le numerosissime ristampe il volume è pieno di refusi e ripetizioni, tanto da far pensare che nessun correttore di bozze abbia mai messo mano a queste pagine, il che non mi pare accettabile per un'edizione che dovrebbe essere di qualità e che presenta un'ottima introduzione firmata da Daniela Daniele e una traduzione più che dignitosa.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: I quattro libri delle piccole donne/li>
- Titolo originale: Little Women, Little Women married od Good Wives, Little Men, Jo's Boys
- Autore: Louisa May Alcott
- Traduttore: Luca Lamberti
- Editore: Einaudi
- Data di Pubblicazione: 2006
- Collana: ET Biblioteca
- ISBN-13: 9788806184919
- Pagine: 1115
- Formato - Prezzo: Brossura - 18,80 Euro
sono una fan di Piccole donne e Piccole donne crescono, avrò letto questi libri almeno una decina di volte....adoro anche il film con Wynona Rider, stupendo!
Libri che ho scoperto per caso da bambina, leggendo una versione "fumettata" su Topolino dal titolo: Piccole Papere Crescono!
Gli altri due non li ho ancora letti ma spero di rimediare presto!
Piccole Papere l'avevo letto anche io...consumandolo tra l'altro :)