9 febbraio 2010

Piccoli suicidi tra amici - Arto Paasilinna

Un bel mattino Onni Rellonen, piccolo imprenditore in crisi, e il colonnello Hermanni Kemppainen, vedovo inconsolabile, decidono di suicidarsi. Il caso vuole che i due uomini scelgano lo stesso granaio per mettere fine ai loro giorni. Importunati dall'incontro fortuito, rinunciano al comune proposito e si mettono a parlare dei motivi che li hanno spinti alla tragica decisione. Pensano allora di fondare un'associazione dove gli aspiranti suicidi potranno conoscersi e discutere dei loro problemi. Pubblicano un annuncio sul giornale. Il successo non si fa attendere, le adesioni sono più di seicento. Dopo un incontro al ristorante, decidono di noleggiare un autobus e di partire insieme. Inizia così un folle viaggio attraverso la Finlandia...

Recensione

La morte è l'unico aspetto serio della vita: da questo assunto parte la riflessione esistenziale che coinvolge singolarmente una serie di personaggi sparsi per tutta la Finlandia. Quando questi si incontrano, per merito di un caso fortunato, in un seminario trasformato poi in associazione di kamikaze, la riflessione isolata diventa un viaggio organizzato alla ricerca di una fine dignitosamente collettiva.

Il tutto in spirito scandinavo, con un solido aggancio alla realtà e un'organizzazione quasi teutonica: dai pasti gestiti dall'aspirante suicida per violenze coniugali, l'insegnante di economia domestica Taavitsainen, che cucina ai compagni di depressione gustosi manicaretti durante le loro peregrinazioni, al programma di viaggio dell'autista di pullman Korpela, alla leadership militare di Kemppainen.
Fin da quando gli aspiranti suicidi decidono di avviarsi in gruppo ad affrontare la morte buttandosi da un precipizio norvegese a Capo Nord come un gruppo di lemming diventa prevedibile che, di rimando in rimando, di capitolo in capitolo, la coerenza dei soci del club scemerà senza rimedio.
Per gioco, all'inizio, Rellonen chiede al colonnello Kemppainen di colpire una sveglia poggiata sulla sua testa, in stile Guglielmo Tell. La sfida alla morte e la distruzione dell'orologio simboleggiano la rottura di un meccanismo del tempo che stava per travolgere i due personaggi, vittime rispettivamente di un fallimento economico e di una vedovanza, e l'inizio della risalita di una china pericolosa, che spingerà alla salvezza, ma senza l'enfasi della difesa della vita a tutti i costi, anche i loro compagni di avventura.
Per questi individui, che hanno tracciato un bilancio fallimentare della propria vita per vari motivi, dalla miseria alla solitudine, dal disagio sociale alla perdita di ogni sogno, anche il tentativo di suicidio si rivela in sé un fallimento: quasi tutti non solo sopravviveranno ma decideranno anche di vivere!

Superato il momento più duro, man mano che il pullman carico di finlandesi alla ricerca della morte scende verso sud, diretto dai fiordi del Mar Glaciale Artico prima alle cime delle Alpi Svizzere e poi alle spiagge atlantiche del Portogallo, la vita prende il sopravvento. Nella sua semplicità che è anche la sua forza più inarrestabile e resiliente: basta poco per ritrovare il gusto degli altri, basta poco per infrangere le gabbie di vetro in cui le circostanze a volte sembrano intrappolare e incanalare l'esistenza.

In più queste vicende hanno la cornice tragicomica di un punto di vista esterno: la società, nelle fattezze istituzionali di psichiatri, investigatori e burocrati, invischiati nel cotè ufficiale di questa fuga rocambolesca, intravvedono, per una serie di equivoci, tutta la faccenda come un affaire dai pericolosi risvolti diplomatici e internazionali. Si sa che da vicino nessuno è normale.
Ne vien fuori che andare verso sud per i finlandesi risulta provvidenzialmente salvifico: eliminate le sovrastrutture e le costrizioni della cultura scandinava gli aspiranti suicidi scelgono di rimanere tali, cioè aspiranti. E il ritorno in patria dà alla vita lo slancio della scelta non subìta passivamente.

Ciò detto, tenendo conto che il tema è estremamente ostico, è da aggiungere che non sempre la lettura è scorrevole. La presenza di troppi personaggi lascia i loro retroscena troppo nell'ombra: che fine fa per esempio Onni Rellonen, che aveva avuto l'idea iniziale, da buon imprenditore fallito? Diversamente da un altro libro del genere, "Non buttiamoci giù" di Hornby, l'analisi introspettiva dei protagonisti, delle motivazioni, che pure meriterebbe di scendere in profondità per la gravità della scelta, di fatto non c'è.

E d'altra parte la leggerezza non disprezzabile con cui viene raccontata la vicenda, che trova il suo simbolo negli aneddoti del compagnone "guastatriboli" Seppo Sorjonen, non trova una cornice sufficiente nel controcanto del punto di vista esterno, quello degli ufficiali finlandesi che seguono la vicenda dei suicidi dall'alto, preoccupati soprattutto del danno che all'immagine nazionale potrebbe derivare dall'insano gesto dei compatrioti, vagabondi per il mondo: in diversi punti la narrazione sembra risentire di un'eccessiva lentezza e tranquillità.
Forse perché il titolo ammicca a Piccoli omicidi tra amici, la cui trama ha un ritmo molto più sostenuto?

Un'ultima nota: il formato dell'edizione Iperborea, con altezza molto accentuata rispetto alla larghezza, ha qualche difficoltà di manegevolezza, specie se si è in metropolitana!

Dettagli del libro

  • Titolo: Piccoli Suicidi tra amici
  • Titolo originale: Hurmaava joukkoistemrha
  • Autore: Arto Paasilinna
  • Traduttore: Maria Natonietta Iannella, Nicola Rainò
  • Editore: Iperborea
  • Data di Pubblicazione: 2006
  • Collana: 139
  • ISBN-13: 9788870911398
  • Pagine: 259
  • Formato- Prezzo: Brossura - Euro 14,00

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