Recensione
***Attenzione: spoiler***
And the winners is… Il libro!
Certo, il film di Tom Ford resta un gran bel film, ma i punti di forza si rivelano altrettanti limiti. Formalmente perfetto (luci e colori, inquadratura, vestiti bellissimi – of course – e una colonna sonora splendida), ma nel complesso, nonostante l’ottima recitazione di Colin Firth, troppo patinato. Freddo. Più una sfilata che una storia.
Non credo che Ford sia riuscito a cogliere del tutto lo spirito del libro. Parte bene, con la cerimonia della vestizione, o meglio del travestimento di George nel professore che tutti – vicini sospettosi, colleghi, studenti - sono disposti a riconoscere socialmente. Ma George non è il depresso che ci mostra Tom Ford, non pensa al suicidio. È un vecchio sporcaccione, come lui stesso si definisce nelle ultime pagine; e infatti poco prima della fine lo vediamo intento a masturbarsi, mentre fantastica su un amplesso tra due bellissimi tennisti che ha visto durante la giornata. Soffre ancora terribilmente per la perdita lancinante di Jim, compagno di una vita, e ogni azione quotidiana nella casa che hanno condiviso, in cui i ricordi si sono ammassati in ogni angolo, gli ricorda l’uomo che ha amato. Ma Isherwood, a differenza di Ford, preferisce focalizzarsi sul suo egoismo (un egoismo salvifico), sulle vendette fantasticate contro i benpensanti dell’epoca (anni Sessanta, qualcosa per fortuna è cambiato). Il libro non nasconde le meschinerie e il senso di superiorità di George, soprattutto nei confronti dell’amica Charlotte. Quest’ultima, poi, è molto diversa dal personaggio del film: Tom Ford ne fa una donna tanto bella ed elegante quanto sofferente; nel libro è sì depressa e beona, ma anche stupida. Non capisce George, e questa mancanza di comprensione è per lui un toccasana. “Cara vecchia Charley, pensa George preparando gli aperitivi nella cucina ingombra e non troppo pulita, come ce l’avrei fatta in questi ultimi anni senza la tua meravigliosa incomprensione?”
Nel libro non è dato molto spazio al flashback dell’incontro tra George e Jim (riassunto anzi in poche righe verso la fine). E non c’è un bellissimo modello spagnolo con cui far flirtare George, per fare apparire, per contrasto, sempre più nera la sua depressione. No, decisamente Tom Ford, pur nella sua perfezione formale, non coglie la profondità e la poesia del romanzo di Isherwood (una scena su tutte: il bagno notturno nell’oceano, visto come un rito di purificazione; una pagina bellissima). Costante, sia nel film sia nel libro, è il pensiero della morte. Ma mentre il film, nella sua fighetteria, ci mostra una morte del tutto astratta, il libro ce la fa vedere da molto vicino, e persino dall’interno del corpo: sia a metà del libro, quando George va in ospedale da un’amica malata terminale (gialla, appassita, oscenamente deformata dalla malattia), sia – soprattutto- nel finale, in cui troviamo l’apice dell’apparente oggettività di Isherwood. Ioni di calcio che si depositano nell’arteria coronaria: in quale altro romanzo avete letto un infarto così preciso, così scientifico?
Giudizio:
+5stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Un uomo solo
- Titolo originale: A single man
- Autore: Christopher Isherwood
- Traduttore: Dario Villa
- Editore: Adelphi
- Data di Pubblicazione: 2009
- Collana: Fabula
- ISBN-13: 9788845924682
- Pagine: 148
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 16,00
...traigo
sangre
de
la
tarde
herida
en
la
mano
y
una
vela
de
mi
corazón
para
invitarte
y
darte
este
alma
que
viene
para
compartir
contigo
tu
bello
blog
con
un
ramillete
de
oro
y
claveles
dentro...
desde mis
HORAS ROTAS
Y AULA DE PAZ
TE SIGO TU BLOG
CON saludos de la luna al
reflejarse en el mar de la
poesía...
AFECTUOSAMENTE:
NOI DEL GHETTO DEI LECTORE
DESEANDOOS UNAS FIESTAS ENTRAÑABLES OS DESEO FELIZ AÑO NUEVO 2010 Y ESPERO OS AGRADE EL POST POETIZADO DE LA CONQUISTA DE AMERICA CRISOL Y EL DE CREPUSCULO.
José
ramón...
Hola, Ramón :) agradecimos mucho, vendrè a visitar tu blog! Gracias por haber pasado!
Una sonrisa por Sakura87