12 gennaio 2010

Negri, froci, giudei &co - Gian Antonio Stella

I cori negli stadi contro Mario Balotelli, i bellicosi picchetti contro gli "zingari" anche se sono veneti da generazioni e fanno di cognome Pierobon, i barriti di parlamentari leghisti ("Marocchini di merda! Marocchini di merda!") contro gli immigrati, lo sfondamento alle elezioni europee di un po' tutti i partiti xenofobi, le spedizioni punitive contro gli stranieri, gli insulti ai "finocchi", il rifiuto in troppi alberghi di bambini down che "disturbano e contrastano col clima di vacanza"... Come a volte capita nella storia, proprio negli anni in cui gli Stati Uniti mandavano alla Casa Bianca il primo afroamericano, pare essere risorta qua e là la pianta maledetta del razzismo, della xenofobia, dell'egoismo egocentrico, del disprezzo verso l'altro che sembrava essere morta nella scia del senso di colpa collettivo per il colonialismo, le leggi segregazioniste americane, l'apartheid in Sudafrica e soprattutto l'Olocausto. Anzi, l'uso strumentale del rapporto con l'anti-semitismo ("l'olocausto è stato un'infamia, gli ebrei sono uguali e forse migliori di noi, Israele è un grande paese e proprio perché io sono filo-sionista posso dire anche che i negri puzzano e i rom rubano...") è diventato, secondo gli ebrei più avvertiti, un fastidioso paravento di tanti neo-razzisti.

Recensione

La "razza" è nella testa del razzista, a prescindere da ogni valutazione più o meno scientifica.

Panoramica storica e geografica sul razzismo in tutte le sue forme e colori. Il saggio di Stella più bello che ho letto finora è soprattutto un libro sul peso della storia, che è poi il peso delle parole, troppo spesso dette o scritte con superficialità e avventatezza, ignorandone più o meno volutamente le implicazioni e le conseguenze.

Il giornalista con la consueta ironia e senza ideologismi o falsi perbenismi, descrive i nuovi volti del razzismo e del nazionalismo esaltando il parallelismo e le similitudini tra passato e presente.

Ciò che più colpisce in quest'opera, come spesso accade con libri di questo tipo, è la spudoratezza con cui l'uomo indulge nella sua smemoratezza. La facilità con cui il proprio passato viene dimenticato, rinnegato, nascosto o revisionato per la convenienza del momento. Se è giusto giudicare ogni evento contestualizzandolo nell'epoca storica in cui è avvenuto, è sbagliato ripulirsi la coscienza minimizzando e rimuovendo perché un popolo che dimentica è un popolo che non impara ed è destinato a incorrere nelle stesse atrocità commesse (o subite) in passato.

Nessuna popolazione e nessun'epoca è esente da questa tendenza. Sarebbe ridicolo, se non fosse così desolante, osservare come i fanatismi nazionalisti che hanno imperversato e tutt'ora imperversano in mezzo mondo si assomiglino tutti nella loro propaganda, nelle convinzioni di superiorità di cultura, tradizione e religione, nelle argomentazioni pseudo-scientifiche con cui si vuole dimostrare la manifesta inferiorità altrui.

Questo libro è un piccolo viaggio tra presente e passato che vuole soprattutto insegnare a non minimizzare, a comprendere il significato di eventi e parole e ad imparare e distinguere il labile confine tra un giusto desidero di legalità e giustizia e la discriminazione e il razzismo.

Dettagli del libro

  • Titolo: Negri,froci,giudei & co.
  • Autore: Gian Antonio Stella
  • Editore: Rizzoli
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • ISBN-13: 9788817037341
  • Pagine: 312
  • Formato - Prezzo: Rilegato - Euro 17,60

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