La Recensione di Morwen
Una premessa è doverosa: il libro si legge meglio se si conoscono le opere di cui si parla, che in ordine di apparizione sono: Lolita di Vladimir Vladimirovič Nabokov, Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, Daisy Miller di Henry James e Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Il libro è un curioso intreccio tra saggio letterario, diario e romanzo, che racconta le esperienze di lettura e condivisione della lettura di un gruppo di giovani donne (e, marginalmente, giovani uomini) nella Repubblica Islamica Iraniana durante il regime dell'ayatollah Khomeini.
Ogni parte, dedicata ad uno degli autori sopra elencati, ripercorre l'esperienza di lettura del romanzo in uno dei corsi tenuti dalla professoressa Nafisi, prima nelle aule universitarie e, in seguito, nel salotto della propria casa.
Ne emergono letture interessanti dei libri proposte, strettamente condizionate dalla vita e dalle idee delle proprie lettrici e dalla cultura iraniana e, al contempo, un'immagine della letteratura come via di uscita da un mondo soffocante e alienante, una sorta di rifugio in una dimensione parallela che aiuti a tutelare il diritto all'immaginazione di ciascuna persona.
Sullo sfondo la vita quotidiana nell'Iran delle classi agiate, dal ritorno dell'autrice nel paese nel 1979 dopo la conclusione dei suoi studi universitari in America, fino alla sua successiva ripartenza nel 1997.
Molto ben caratterizzati i personaggi delle brillanti allieve della Nafisi, costruiti, come ammette la stessa autrice, dalla giustapposizione di esperienze e caratteristiche di ragazze differenti, per tutelare l'anonimato di quelle che non hanno mai lasciato l'Iran. Un po' faticoso, invece, orientarsi nell'intreccio di aneddoti e letture, ostico per chi non conosce già la storia dell'Iran e che può creare una certa confusione nel lettore.
Un libro a mio parere non bellissimo, ma che offre spunti di riflessione molto interessanti.
La Recensione di Valeria Pinna
“Vivere nella Repubblica dell'Iran è come fare sesso con un uomo che ti disgusta.”In questo romanzo, per me bellissimo, Azar Nafisi racconta la sua esperienza di vita e di insegnamento in Iran, nel particolare e terribile periodo dell'instaurazione del regime dell'ayatollah Khomeini, fondamentalista islamico, e della guerra contro l'Iraq, negli anni '80.
Nata a Teheran, dopo aver compiuto gli studi di letterature straniere in Inghilterra e negli Usa, la scrittrice decide di tornare nel proprio paese natale, di non scappare, al contrario di molti altri intellettuali, ma di proseguire quella che sente la sua missione, la resistenza al regime tramite l'insegnamento.
Khomeini in breve tempo crea un regime di censura totale che limita le libertà e i diritti dei singoli incidendo in modo profondo sulle vite private di tutti i cittadini, in particolare delle donne. Costrette a portare il velo, a girare accompagnate sempre da qualche membro maschile della famiglia, non hanno neanche la libertà di sorridere in pubblico, di stringere la mano a qualcuno che sia di sesso opposto, di ricrearsi con un minimo divertimento.
Gli slogan più diffusi sono quelli che proclamano “morte all'America e all'occidente”, sono banditi tutti i modi di vivere all'occidentale, le università vengono totalmente islamizzate e le librerie sono costrette a chiudere perché quasi tutti i libri sono bollati come osceni e immorali.
Azar, come molti dei suoi colleghi, viene espulsa dall'università di Teheran, a causa del suo rifiuto a voler indossare il velo e dei suoi corsi orientati all'insegnamento della letteratura inglese e americana. Nel frattempo continua a leggere e si occupa dei figli e del marito, mentre che la città viene bombardata incessantemente durante il giorno e la notte.
Ma non ha dimenticato i suoi alunni né la sua missione.
Decide infatti di organizzare dei seminari segreti, che si tengono il giovedì mattina a casa sua, per i quali sono invitate sette delle sue migliori studentesse.
In questi incontri si leggono romanzi e si discute di letteratura e delle più importanti eroine dei romanzi. Le scelte e i pensieri di Lolita, di Daisy Miller, di Gatsby, di Elizabeth Bennet vengono riletti e interpretati in modo particolare, alla luce delle personali vicende delle ragazze e dell'insegnante e della situazione tragica dell'Iran. Ecco allora che cosa vuol dire leggere Lolita a Teheran, trasmettere le opere migliori della letteratura occidentale in un altro contesto.
Si sentono infatti come Lolita, rapita da Humbert Humbert e privata del fiore dei suoi anni, come Gatsby vedono infranti i loro sogni, ma sanno essere seduttive come Daisy o diffidenti e orgogliose come Elizabeth.
Sebbene all'esterno indossino lo chador, che cerca di rendere uguali tutte le donne, di privarle della loro personalità e della loro femminilità, nel salotto dell'insegnante ognuna mostra il proprio carattere e trova il coraggio di esprimersi liberamente, di rivelare le proprie paure e i propri sogni: Azin viene picchiata dal marito ma non può sperare nel divorzio perché i giudici islamici assegnano sempre i figli il marito; Sanaz è fidanzata da moltissimi anni e deve sposarsi in Turchia, ma sono anni che lei e il fidanzato non si vedono più; Nassrin ha passato cinque anni in prigione per alcuni suoi comportamenti ritenuti poco consoni dal regime, e così via.
L'ho trovato un romanzo davvero interessante, nel quale l'autrice ha rielaborato, con una prosa elegante e scorrevole, quadro storico, vicende personali e discussioni letterarie facendo una sorta di diario–racconto del decennio di guerra e dittatura vissuto nell'Iran.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Leggere Lolita a Teheran
- Titolo originale: Reading Lolita in Tehran: A Memoir in Books
- Autore: Azar Nafisi
- Traduttore: Serrai R.
- Editore: Adelphi
- Data di Pubblicazione: 2007
- Collana: Gli Adelphi
- ISBN-13: 9788845921544
- Pagine: 379
- Formato - Prezzo: Brossura - 10,00 Euro
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