Gli autori
Marco Valenti e Paolo Scatarzi sono gli autori di Un senso alle cose, un libro che è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico.
Il blog di Marco: http://lecosesonocomesono-mv.blogspot.com/
Il blog di Paolo: http://sintagmatica-piesse.blogspot.com
Il libro
Lettere. Scritte a mano. Alle soglie del 2000. Anche se esistono telefoni, fax, sms e posta elettronica. Invece: carta e penna. Perché l’amicizia di una vita, che rischia di rompersi, vuole parole ferme, definitive. Marcello e Luca non possono vedersi, per parlare. Hanno fatto scelte diverse; vivono lontani, e hanno litigato. Ma la loro amicizia è valore, riferimento; cardine. E rischia di schiantarsi proprio quando, alle soglie dei quaranta anni, entrambi fanno i conti con l’esistenza. Storie; crescita; sentimenti; sconfitte; illusioni; prospettive: tutto passa al setaccio dell’anima prima o poi.
Luca: “Col senno di poi non guarisci le ferite, Marcello…”
Marcello: “La formazione, Luca; la nostra crescita; il nostro essere diventati adulti; perché siamo fottutamente adulti, in una vita più dura di quanto immaginassimo…”
L'intervista
1. Paolo e Marco, innanzitutto complimenti per Un senso alle cose che ha finora ottenuto un grande successo con moltissime opinioni positive su aNobii e commenti entusiastici. Nei prossimi giorni il vostro libro sarà presente a “PiùLibriPiùLiberi”, la fiera annuale della piccola e media editoria, che si tiene a Roma ogni anno dal 5 all’8 dicembre. Come vi è venuta l’idea di scrivere un libro a quattro mani?
L’idea è nata davanti a una pizza, nell’agosto del ’97, in una sera passata a declinare concetti che ci sono cari e che ci sembravano perduti, o dimenticati. Il desiderio di esprimerli; di ribadirli in qualche modo, e l’amore per la scrittura, ci hanno fatto iniziare a giocare. Il gioco ci ha entusiasmato e, nel tempo, è diventato serio.
2. Luca e Marcello sono i due protagonisti del libro. Due persone profondamente diverse tra loro anche se legate da una solida amicizia capace di resistere ai mutamenti e alle difficili situazioni della vita. Quanto di voi è presente nei vostri personaggi?
“La diversità di vedute che cerca una convivenza” è il concetto che più ci accomuna ai personaggi. Poi, ovviamente, parte di noi e di ciò che crediamo ha contribuito a costruire le due psicologie.
3. Luca è una figura spirituale mentre Marcello incarna maggiormente un uomo del nostro tempo, preso tra mille impegni ed altrettanti dilemmi. Come avete sviluppato i vostri personaggi?
Apparentemente Luca è una figura ‘solo’ spirituale. Apparentemente Marcello è una figura ‘solo’ pragmatica. Ma sono due facce della medesima realtà in crisi. L’idea era quella di creare due personaggi ‘paradigmatici’ – in quanto tali, un po’ estremi – che finissero poi per elaborare una …medesima soluzione.
4. La figura della donna, nella persona di Antonella, incarna in qualche modo la volubilità, il fascino, l’inafferrabilità. Lei è l’elemento che divide e che unisce. Quali altre figure femminili della letteratura vi hanno particolarmente affascinato?
Non abbiamo pensato mai a figure simboliche già presenti nella letteratura, inventando Antonella. In una letteratura – come quella odierna – che vede la donna muoversi nella realtà, e nella sua propria realtà, noi siamo partiti forse – perdona l’ardire – da un concetto vagamente stilnovistico.
5. Antonella, personaggio riuscitissimo, può essere percepita come una anti-eroina. Qual è il messaggio che questo personaggio porta con sé?
Nella nostra idea, Antonella è la personificazione della Passione, con la P maiuscola. E’ misteriosa, estemporanea e ispiratrice. La sua presenza, il suo passaggio, i suoi movimenti, e la sua indefinibilità, caratterizzano e influenzano momenti della vita dei due personaggi.
6. Quali sono stati gli autori che hanno maggiormente contribuito alla vostra formazione letteraria e che hanno lasciato un’impronta nel vostro modo di scrivere?
Condividiamo l’ammirazione per diversi autori del ‘900 italiano, così ricco e intenso. Molti di questi autori sono citati nel romanzo. Abbiamo cercato, tuttavia, di elaborare qualcosa di nuovo, pur sfruttando un’idea classicissima come quella di un epistolario. A livello strutturale, lo abbiamo fatto inserendo due racconti in terza persona, funzionali alla storia, fondamentali per spiegare quelle cose che due amici, scrivendosi, danno per scontate.
7. Qual è il messaggio che vorreste che venisse percepito attraverso il vostro libro?
Volevamo forse istigare chi legge a ritrovare sé stesso; a definirsi, attraverso le cose che ama e le scelte che ha fatto. Un po’ come accade ai due personaggi.
8. In Un senso alle cose emerge chiaramente il gusto di “dedicarsi del tempo” per riflettere, assaporare la vita e anche il buon vino. Quali sono le vostre passioni?
In generale quelle declinate del romanzo. In particolare la letteratura, l’arte, il disegno; la buona musica. Ma soprattutto le cose fatte bene, senza fretta commerciale; godute fino in fondo. Come una buona conversazione, in compagnia di un buon vino. Il tempo trascorso “bene” …è tra queste.
9. Volete raccontarci qualche cosa del vostro lavoro e della vostra vita?
Due vite come tante. Lavoro, famiglia, figli, … incerti, problemi, gioie, successi, fallimenti. Abbiamo una formazione simile e idee diverse; anche se la pensiamo allo stesso modo, su molte cose. Al momento facciamo due lavori …dipendenti. Accarezziamo sogni, in comune con tutte le persone di mezza età; e cerchiamo di ritagliarci degli angoli di qualità, nella vita.
10. Si dice spesso che sia difficile iniziare per gli autori emergenti. Volete raccontarci la vostra esperienza?
Quando nacque l’idea, abbiamo condiviso un imperativo categorico: non avremmo mai pagato per pubblicare una riga. Siamo rimasti fedeli al principio. Farsi pubblicare non è semplice. Abbiamo scelto un’edizione “print on demand”, presso l’editore Boopen, di Napoli, trovato via internet. Il romanzo ha avuto subito un riscontro di apprezzamenti che forse non ci aspettavamo. E’ stato aiutato da amici, estimatori e persone entusiaste, che lo hanno divulgato a loro volta. Anobii e il suo passaparola sono stati fondamentali. Lo abbiamo presentato a Napoli, a Galassia Gutemberg, e a Pesaro, alla Festa Pesaro, nel 2008. Ora l’editore ci ha proposto ristampa e promozione. Con queste novità andiamo a PiùLibri PiùLiberi, a Roma, dal 5 al 8 dicembre al Palazzo dei Congressi. Saremo spesso lì, per chi volesse venirci a trovare.
11. Quali sono i vostri progetti futuri?
Ciascuno di noi prosegue a scrivere, per passione. Marco ha un romanzo nel cassetto; una raccolta di racconti, pubblicata sempre con Boopen (s’intitola: “Cinque canti di separazione”) e sta lavorando a un altro suo progetto di scrittura (un nuovo romanzo breve? Un racconto lungo? E’ da vedere). Paolo ha un romanzo nella testa, per il quale sta facendo ricerche; una raccolta inedita di poesie e si diverte a scrivere racconti. Entrambi, da qualche tempo, abbiamo un blog.
12. Entrambi avete un blog e siete spesso in contatto con i vostri lettori su aNobii. Qual è il vostro rapporto col pubblico?
Per il 99% della nostra esistenza siamo pubblico anche noi, se ci pensi. Non abbiamo mai smesso di pensarla così. E comunque, il sentimento prevalente è la gratitudine verso coloro che non si fermano a ciò che propone il mercato tradizionale, ma osano rischiare l’acquisto di un prodotto che non abbia alcuna notorietà.
13. Qual è stato il commento finora ricevuto che vi ha fatto maggiormente piacere?
Un saggio critico in piena regola, che abbiamo ricevuto da un’utente anobiiana – con la quale ora siamo in amicizia – e che compare oggi come post-fazione in coda al romanzo, nella nuova edizione. Una di quelle cose che non ti aspetti. E un altro dei piacevoli miracoli di Anobii.
14. Desiderate aggiungere qualche cosa, un messaggio per i vostri lettori?
Un ringraziamento sentito a chi prosegue a scegliere con la propria testa, e l’invito continuo a esplorare; dentro lo specchio, in primo luogo.
Ottima intervista..Complimenti.