Recensione
L'edizione in lingua originale in mio possesso ha una copertina accattivante e riporta in quarta di copertina commenti intriganti che promettono suspance, mistero e pure un po' di terrore. Risultato: una grossa delusione e tanta noia. Partiamo dal principio che avevo voglia di leggere un bel giallo, qualcosa con una trama ben costruita, in stile classico con poche morbosità e un bel mistero da dipanare seguendo gli indizi. Invece mi sono ritrovata in mano una sorta di saggio un po' sconclusionato che, a partire da un omicidio realmente accaduto, disserta su una serie di argomenti imprecisati, che spaziano dalla nascita della figura del detective nelle forze di polizia inglesi all'influenza di queste figure nella letteratura, dall'impatto sociale dei crimini violenti ai lati oscuri e le morbosità della società vittoriana, dal rapporto tra stampa e pubblico al ruolo delle differenze sociali nella valutazione di un criminale.
Il pretesto da cui si parte è l'omicidio del piccolo Saville Kent, tre anni, figlio di un ispettore terriero del governo e quindi membro di quella borghesia che era il cuore della società inglese di metà Ottocento. Un mistero in apparenza irrisolvibile, in cui tutti i membri della famiglia Kent sono potenziali sospetti, e che genera immediatamente scalpore per la giovane età della vittima e la crudeltà del gesto. Poiché gli esponenti della polizia locale non vengono a capo di nulla viene convocato da Londra un detective di Scotlad Yard, Mr Whicher. Costui arriva sulla scena del crimine ammantato da quella fama di infallibile segugio dotato di capacità deduttive fuori dal comune che allora rivestiva le nuove figure dei detective. Questi nuovi membri delle forze dell'ordine erano infatti stati introdotti solo da pochi anni nel corpo di polizia londinese appunto come figure specializzate nella raccolta degli indizi e nelle indagini. Dopo alcune perplessità, alcuni clamorosi successi avevano portato i detective al centro dell'attenzione dei media e di conseguenza dell'opinione pubblica. Anche grandi romanzieri come Charles Dickens o Wilkie Collins non poterono fare a meno di subire il fascino di questi personaggi, esaltati in numerose corrispondenze private e presi a modello per alcuni loro romanzi.
Mr Whicher è uno dei detective più noti nel momento in cui viene chiamato a risolvere il mistero di Road Hill House; tuttavia il caso si dimostra più difficile del previsto e Whicher fa l'errore di impuntarsi sulla colpevolezza di una delle figlie maggiori di Mr Kent, senza avere abbastanza prove. Come accade spesso in questi casi, la stampa che fino a pochi giorni prima l'aveva incensato ora inaugura una campagna di pesanti critiche, mettendo in dubbio non solo le sue capacità di detective ma anche la sua buona fede. La questione delle differenze sociali tra i poliziotti (provenienti solitamente dalla classe proletaria) e la famiglia della vittima, totalmente ignorata finché Whicher godeva del favore della stampa, diventa ora preponderante. Può un personaggio di bassa estrazione sociale violare l'intimità di una rispettabile famiglia vittoriana con domande personali e indiscrete e richieste che suonano come violazioni? Le sue accuse non saranno solo motivate da un odio verso chi è più ricco?
La risoluzione del mistero passa quindi ben presto in secondo piano per far posto all'analisi della figura del detective, della società vittoriana e della nascita del romanzo giallo. Ora, posto che si tratta di argomenti molto interessanti, innanzitutto non era questo lo scopo dell'opera, almeno stando a quanto dichiarato in copertina, e in ogni caso gli argomenti sono trattati in modo poco organico, si salta di palo in frasca senza criterio e con un'infinità di ripetizioni. Il metodo della Summerscale è quello di sostenere ogni argomento infilando una serie infinita di citazioni tratte da romanzi o articoli pubblicati sui giornali dell'epoca. Se questo da un lato rende onore alla sua abilità di ricercatrice, dall'altro impedisce di lodarne lo stile freddo e disarticolato. Ci sono interi paragrafi in cui sembra di leggere una sequenza di "copia-incolla". Con questo stesso criterio si dipana la soluzione del mistero, che in realtà non si dipana affatto: si riportano i dati anagrafici dei personaggi, la sequenza delle azioni di polizia e investigatori così come sono emerse dalle inchieste giudiziarie, qualche cronaca tratta dai giornali dell'epoca.
Il lettore non viene appassionato al mistero, non gli vengono forniti indizi, si osserva tutto dall'esterno: una sequenza di azioni sterili fatte da personaggi sterili e piatti. Uno stile insomma che apprezzerei eventualmente in un articolo di cronaca, dove troppo spesso si indugia in inutili particolari macabri o in facili pietismi, ma non in un romanzo che deve coinvolgere il lettore.
Riconosco che molta della mia insoddisfazione verso questo libro nasce dal fatto che, come ho detto, avevo voglia di un bel giallo classico e non di una sorta di tesi di laurea sulla criminologia in epoca vittoriana, per di più presentata in modo così confusionario.
Dettagli del libro
- Titolo: Omicidio a Road Hill House
- Titolo originale: The Suspicions of Mr. Whicher or The Murder at the Road Hill House
- Autore: Kate Summerscale
- Traduttore: Luigi Civalleri
- Editore: Einaudi
- Data di Pubblicazione: 2008
- Collana: Supercoralli
- ISBN-13: 9788806193614
- Pagine: 364
- Formato - Prezzo: Rilegato - Euro 19,50
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