Recensione
Comincia così: Barrabás arrivò in famiglia per via mare...
Cinque, sei, dieci stellette.
La casa degli spiriti è uno di quei libri che ti scavano dentro solchi come aratri, che ti ustionano come il calore delle abbronzate terre sudamericane, che ti fucilano con le armi delle loro rivoluzioni, che ti accolgono tra le gambe come le loro donne passionali. E’ quel libro per cui, per quante parole possa scrivere, resteranno comunque insufficienti e inadeguate.
Nivea, Clara, Blanca, Alba: un mosaico di donne improbabili, una scia luminosa che folgora le pagine
Clara la chiaroveggente, con la sua lunga chioma boccolosa, fin da bambina sempre in contatto con gli spiriti, in grado di suonare Chopin al pianoforte senza premere i tasti, di sollevare il tavolino a tre gambe del salotto, di prevedere il futuro nei momenti più impensati. Lei, così assente, sempre china sui quaderni in cui scrive la sua vita con la sua graziosa calligrafia, eppure il vero pilastro della famiglia. Clara, che predisse la morte di sua sorella; Clara, che ritrovò la testa perduta della madre; Clara, il cui spirito continua a vagare nella casa dell’angolo e a proteggere i suoi affetti. E’ la sua figura angelica che, dall’inizio fino alla fine del libro, anche in seguito alla sua morte, continua a conquistare la scena e a imporsi, sempre contrapposta al marito Esteban, che rappresenta il suo perfetto opposto: il bianco e il nero, la spiritualità e la fisicità, la bontà e l’egoismo. Esteban, come Clara, sfonda la pagina, s’imprime a fondo con la sua caratterizzazione superba e la sua forte personalità, con il suo amore maldestro e cieco verso la sua famiglia, verso sua moglie: entrambi restano i protagonisti assoluti, nonostante attorno a loro si affastellino frotte di personaggi, alcuni appena accennati, altri presenti a lungo, ma tutti memorabili: Nivea e Severo, gli spensierati capostipiti della famiglia; Rosa la bella, la sorella di Clara, una vera e propria sirena dai capelli verdi; la Nana, l’affettuosa e apparentemente immortale bambinaia che ha cresciuto decine di figli non suoi; Barrabás, lo strano animale che Clara ha adottato; lo zio Marcos, i cui diari terranno unite tre generazioni di donne; Férula, la triste e affezionatissima sorella di Esteban; Tránsito Soto, la bella e ambiziosa prostituta; Blanca, la figlia, appassionata nel suo amore per il rivoluzionario Pedro Terzo; Jaime e Nicolás, gli altri due figli, l’uno dedito solo alla cura dei poveri e l’altro erede diretto delle stravaganze dello zio Marcos; Esteban García, il nipote illegittimo, roso dall’invidia; Alba, la nipote cui predissero fortuna fin dalla nascita e che invece patì le violenze degli stravolgimenti politici.
Queste sono solo alcune delle decine di figure che recitano su questo palcoscenico argentino squassato dall’arrivo della modernità, tra vecchi valori e nuovi, magia e scienza, fascismo e marxismo, amore e odio, lacrime e risa, e ogni sentimento immaginabile dall’animo umano che avvolge la storia di una famiglia, il destino di un paese.
Giudizio:
+5stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La casa degli spiriti
- Titolo originale: La casa de los espìritus
- Autore: Isabel Allende
- Traduttore: Morino A. / Pilota S.
- Editore: Feltrinelli
- Data di Pubblicazione: 2003
- Collana: Universale Economica
- ISBN-13: 9788807810008
- Pagine: 368
- Formato - Prezzo: Tascabile - Euro 8,00
Ho apprezzato i personaggi come Clara e odiati altri come Esteban.. Tuttavia le cose che non mi sono piaciute per niente di questo libro sono due: l'eccesso di narrazione (soprattutto dopo la morte di Clara) tanto che più volte ho provato noia e poco coinvolgimento, e l'eccesso di carnalità (le violenze di Esteban e del cane Barrabas..) davvero gratuita e che nulla hanno aggiunto al libro, se non il mio fastidio e noia.. Opinioni personali ovviamente. L'ambientazione comunque è ineccepibile e ben documentata