Recensione
«"Io penso che ognuno di noi debba guadagnarsi il proprio futuro", disse lentamente. "Penso che il futuro sia come tutte le altre cose importanti. Bisogna guadagnarselo. In caso contrario, siamo senza futuro. Se non ce lo guadagniamo, se non ce lo meritiamo, dobbiamo vivere nel presente, più o meno per sempre. O peggio, dobbiamo vivere nel passato. Penso che l'amore sia proprio questo: un modo di guadagnarsi il futuro"»
Shantaram (che in lingua marathi significa "uomo della pace di Dio") racconta la lunga ricerca della libertà di un australiano evaso da un carcere di massima sicurezza, in cui scontava una pena per rapina a mano armata, dopo la scelta di fuggire in India, il suo iniziale spaesamento in un paese ricco di contraddizioni per gli occidentali e il suo progressivo innamoramento per il paese e in particolare per la capitale, Bombay.
Un racconto a metà tra un romanzo di formazione e un'epopea, particolarmente riuscito nelle parti in cui si descrive la vita di Bombay e nella caratterizzazione dei personaggi in cui tutti, anche le comparse, hanno credibilità e spessore e molti dei personaggi principali rimangono nel cuore. Il lungo viaggio di Roberts, indicato nel romanzo quasi sempre con il nome indianizzato di "Lin", ci mostra uno spaccato dell'India degli anni '80 e ci porta a fare la conoscenza di diversi micromondi coesistenti nella capitale indiana: un gruppo di occidentali trapiantato a Bombay, ognuno con le sue problematiche, i suoi pregi e i suoi difetti e caratteri che rimangono impressi nella memoria, uno su tutti la sentenziosa e cinica Karla; la vita semplice e operosa degli slum; le contraddizioni di una grande "famiglia" mafiosa che mantiene l'ordine meglio della polizia, è accettata e amata dalla popolazione e guidata dalla figura carismatica di Khaderbhai, che diventerà il padre spirituale del protagonista; il mondo colorato e frenetico delle produzioni di Bollywood.
L'autore-protagonista ci fa conoscere, inoltre, la situazione di altri paesi che a distanza di 25 anni sono ancora considerati "caldi", come l'Iran e la Palestina, mostrandoceli attraverso gli occhi di alcuni fuoriusciti e, soprattutto, l'Afghanistan in cui Lin stesso si reca a combattere al fianco dei mujaheddin contro l'esercito sovietico, sopravvivendo per miracolo.
Un mix vincente di azione e riflessione filosofica sulla vita e sul mondo, che ha secondo me come unico difetto una parte finale meno entusiasmante di quella iniziale, ma comunque ben costruita e necessaria alla conclusione della vicenda. Lo stesso protagonista mostra in sé tutte le contraddizioni del paese, la coesistenza nello stesso corpo tra un gangster e un uomo "di pace" altruista.
Basato sulle reali vicende autobiografiche dell'autore e steso durante gli anni passati in una prigione australiana dopo la sua cattura negli anni Novanta, è un racconto complesso e appassionante di un mondo per noi il più delle volte incomprensibile, ma che resta nel cuore e nella mente. Nella mia opinione il miglior romanzo su cui io abbia messo le mani in questo 2009 e che consiglio a tutti prima dell'uscita della versione cinematografica con Johnny Depp prevista per il 2011.
Dettagli del libro
- Titolo: Shantaram
- Titolo originale: Shantaram
- Autore: Gregory D. Roberts
- Traduttore: Vincenzo Mingiardi
- Editore: Neri Pozza
- Data di Pubblicazione: 2005
- Collana: Le tavole d'oro
- ISBN-13: 9788854500570
- Pagine: 1177
- Formato - Prezzo: Brossura - 23,00 Euro
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