Comincia così un’indagine tra Lione e una Parigi brumosa, nella Francia occupata e divisa dalla guerra, stordita dalla propaganda del maresciallo Pétain.
Il primo romanzo del ciclo di Nestor Burma, creatura dello scrittore Léo Malet, trasformato da Jacques Tardi in un classico della narrazione a fumetti.
Recensione
Magritte avrebbe potuto dire "questo fumetto non è un fumetto". E avrebbe avuto ragione perché questo fumetto è la dimostrazione di cosa si può fare con le "vignette" quando sono supportate da un soggetto d'eccezione.
Certo, alla base del libro c'è l'omonimo romanzo di Léo Malet (pubblicato per la prima volta nel 1943), uno dei più importanti della storia del noir, il cui protagonista, il detective privato Nestor Burma, è sicuramente "il" personaggio della vita di Malet (un po' come Maigret per Simenon), quello che gli diede la notorietà presso il pubblico dei lettori dell'epoca. A tutto questo le matite di Jacques Tardi (accoppiata vincente perché Tardi, oltre ad essere uno dei fumettisti più importanti di Francia, aveva già "disegnato" Daeninckx e Manchette) fanno il resto, ben oltre la semplice trasposizione disegnata di un grande romanzo. Atmosfere cupe che rendono in maniera straordinaria l'ambiente urbano in cui la vicenda si svolge (perlopiù tra Lione e Parigi) e, soprattutto, l'epoca: siamo negli anni della Seconda Guerra, sotto la terrificante cappa della propaganda di Pétain, e con arte contrappuntistica Tardi dissemina i suoi disegni dei manifesti farneticanti del periodo.
A ricondurci un'epoca, un sentire dissennato. La vicenda in realtà prende le mosse con un antefatto ambientato nello stalag XB (il campo di concentramento nazista dove realmente Malet era stato rinchiuso) e da un prigioniero senza memoria che diventerà, col procedere della narrazione, chiave e protagonista del mistero, mistero che ruota interamente intorno alle parole del titolo, "120, rue de la Gare". Questo indirizzo (ripetuto da un altro moribondo, un suo ex collega) sarà per Burma il vero, letterale enigma da sciogliere per arrivare, non soltanto a smascherare un colpevole (come nel più classico stile Christie, con la convocazione finale dei sospettati in un'unica stanza), ma a dipanare una intricatissima storia di uomini e donne che tentano di sbarcare il lunario nella follia della guerra.
Al romanzo di Malet, infine, la forma-fumetto dona il particolare fascino del nero e del grigio che Tardi sceglie per il suo tratto. Colpi di scena, ellissi narrative, flashback: ci sono tutti i dispositivi che, tra gli altri, il cinema ha consacrato nel corso degli anni come espedienti narrativi di prim'ordine e di sicura presa su chi guarda. E legge. Ma soprattutto proprio guardare perché, se con un po' di fantasia immaginate i disegni muoversi, eccovi di fronte ad un grandissimo film noir. Su carta, ma pur sempre fantasmagorico.
Dettagli del libro
- Titolo: 120, rue de la Gare. Un caso per Nestor Burma
- Titolo originale: 120, rue de la Gare
- Autore: Léo Malet - Jacques Tardi
- Traduttore: Gualtiero De Marinis
- Editore: BUR
- Data di Pubblicazione: 2008
- Collana: 24/7
- ISBN-13: 9788817023610
- Pagine: 192
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 18.50
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