29 luglio 2009

Marina - Carlos Ruiz Zafón

Barcellona, fine degli anni Settanta. Óscar Drai è un giovane studente che trascorre i faticosi anni della sua adolescenza in un cupo collegio della città catalana. Colmo di quella dolorosa energia così tipica dell'età, fatta in parti uguali di sogno e insofferenza, Óscar di tanto in tanto ama allontanarsi non visto dalle soffocanti mura del convitto, per perdersi nel dedalo di vie, ville e palazzi di quartieri che trasudano a ogni angolo storia e mistero. In occasione di una di queste fughe il giovane si lascia rapire da una musica che lo porta fino alle finestre di una casa. All'interno, su un tavolo, un antico grammofono suona un'ammaliante canzone per voce e pianoforte; accanto, un vecchio orologio da taschino dal quadrante scheggiato. Óscar stesso, nel momento in cui sottrae l'oggetto e scappa, è sopraffatto da un gesto che risulta inspiegabile a lui per primo. Qualche giorno dopo però tutto gli apparirà tanto chiaro quanto splendidamente misterioso. Tornando sui suoi passi per restituire il maltolto, infatti, Óscar incontra la giovane Marina e il suo enigmatico padre, il pittore Germán. E niente per lui sarà più come prima. Il suo innato amore per il mistero si intreccerà da quel momento ai segreti inconfessabili del passato di una famiglia e di una Barcellona sempre più amata: segreti che lo spingeranno non solo alla più lunga fuga mai tentata dal detestato collegio, ma anche verso l'irrevocabile fine della sua adolescenza. Scritto prima de L'ombra del vento e Il gioco dell'angelo, romanzi che hanno consacrato Zafón come uno degli scrittori spagnoli più popolari di tutti i tempi, di essi Marina anticipa i grandi temi: gli enigmi del passato, l'amore per la conoscenza, la bellezza gotica e senza tempo di Barcellona.

Recensione di Nelson

Marina è l’ultimo recentissimo romanzo di Carlos Ruiz Zafón pubblicato da Mondadori, ma in realtà scritto già nel 1997 e pubblicato in alcune pessime edizioni non originali (a detta dello stesso autore) in varie lingue. E’ dunque una versione completa, riveduta e autorizzata dall’autore di un’opera importante perché ci permette di dare uno sguardo a un testo scritto prima del planetario successo de L’ombra del vento.

Nel romanzo troviamo alcuni temi che diventeranno poi il fondamento del successo dello scrittore spagnolo; in particolare ritroviamo la sua straordinaria abilità nel creare ambientazioni letterarie, prima ancora che trame e personaggi. È quindi ancora una volta Barcellona la vera protagonista del romanzo, questa volta però non più nella veste melanconica de L’ombra del vento, ma in una chiave molto più gotica e dark, nella quale possiamo ritrovare moltissime suggestioni di classici della letteratura moderna, in particolar modo della letteratura inglese di fine '800 inglese.

Le atmosfere in cui i personaggi della storia si muovono sono infatti atmosfere crepuscolari, notturne, orrorifiche e umide. Le immagini mentali che si formano nella nostra testa nel corso delle pagine sono immagini in bianco e nero, virate al seppia, con macchie di rosso sangue. Non è certo un caso che questo avvenga; sono espliciti molti rimandi ai grandi classici, quali Il Fantasma dell’opera, Dk. Jekyll e Mr. Hyde, le città sotterranee delle fogne di Parigi dei Miserabili di Hugo o Dracula di Stoker, fino ad arrivare al Frankenstein di Mary Shelley, che Zafón omaggia testualmente dando proprio il nome della scrittrice inglese ad uno dei personaggi femminili secondari (ma non per la trama) del romanzo.

E’ una Barcellona di fine anni 70, lontana dai fasti del turismo contemporaneo, quella che fa da cornice alla storia di Óscar, un giovane studente di collegio amante della solitudine e del mistero e al suo incontro con Marina, un’enigmatica ragazza che vive in una grande villa isolata, senza corrente elettrica, in un’aristocratica decadenza in compagnia del padre Germán, pittore di fama, inoperoso dal momento della morte dell’adorata, bellissima moglie.
Óscar e Marina iniziano quasi per un gioco adolescenziale a tentare di risolvere un mistero: chi è la signora vestita di nero, completamente velata che una volta al mese posta una rosa rossa sulla tomba anonima del piccolo cimitero del quartiere di Sarriá?

Da qui prende piede tutta la vicenda, in un vortice sempre più inarrestabile, nella lotta eterna tra vita e morte ma, allo stesso tempo, con la nascita di un sentimento sempre più stretto tra i due protagonisti. Nel bilanciamento tra gli aspetti relazionali, la descrizione di una Barcellona passata e la vicenda cruda e sanguinolenta vissuta dai protagonisti, trionfa la bravura di Zafón nel saper miscelare in una costante tensione l’atmosfera gotica, con la passione e la voglia di vivere dei protagonisti, riuscendo a dar vita ad un romanzo romantico, che, ancora una volta, ci conduce ad atmosfere ottocentesche.

Lo stile di scrittura è fluido, estremamente contemporaneo, veloce, quasi a estremizzare il contrasto con una trama decisamente classica. Si sente che il volume è un momento di passaggio anche per Zafón tra la letteratura per ragazzi, con cui si è cimentato con successo ad inizio carriera e il grande balzo nella letteratura per adulti. Ancora sono forti in questo romanzo gli elementi essenziali della grande letteratura per ragazzi. Quel substrato di mistero e orrore che mai manca in ciascuno dei grandi classici della letteratura giovanile (da Mark Twain a Stephen King) e che ci permette di affrontare i grandi temi della nostra esistenza: l’amore, la vita, la morte.

Dovendo esprimere anche un parere critico, definirei Marina un romanzo complesso e interessante a cui, per essere una grande opera manca quella trovata letteraria o quel personaggio che rimanga nella memoria e nel cuore del lettore in maniera indelebile. Una trama sicuramente avvincente che di sicuro appassionerà e commuoverà moltissimi lettori, ma che tuttavia in alcuni passaggi conclusivi cada un po’ in soluzioni letterarie già viste, lasciando troppo spazio a suggestioni sanguinolente, a scapito della plausibilità delle situazioni. Zafón estremizza eccessivamente il pathos finale della vicenda, perdendo di incisività, salvo poi ritrovarla poi nelle ultimissime pagine del volume.
Sicuramente una lettura consigliata e un romanzo che si fa leggere molto velocemente e che ha tutti gli ingredienti per diventare un grande successo letterario.

Recensione di Ricciolineri

Generalmente, quando vedo un libro stazionare nelle prime posizioni delle classifiche, a meno di non leggerlo casualmente, non lo prendo neanche in considerazione. Ebbene sì, faccio outing, sono un po’ bastian contraria…
Per Marina però ho fatto un’eccezione, anzi, per la precisione, dovrei dire per Zafón! Lo spagnolo è uno dei miei punti deboli dai tempi de L'Ombra del vento: quando mi sento depressa e ho voglia di crogiolarmi nel melò gotico-modernista questo autore non manca mai di darmi estremo godimento e durevole soddisfazione.
Lo stesso vale per questo libro, che sebbene pubblicato a posteriori, è antecedente al bestseller L’ombra del vento. Marina forse è un libro giovanile, in cui sono presenti tutti i temi cari a Zafón, ma in forma più semplice e lineare: la Barcellona oscura e ridondante alla Gotham City, il soprannaturale che gioca con la razionalità, il passaggio dall’adolescenza alla maturità dei protagonisti e l’Amore passionale. L’Amore puro del protagonista per l’enigmatica Marina, l’Amore sfortunato del padre di lei, Germán, per la debole e sfortunata moglie Kirsten. L’Amore malato tra Michael e la sua Eva, protagonisti della favola nera nascosta nel romanzo. L’Amore con la A maiuscola, quello che ti fa sragionare, quello che ti fare cose altrimenti impensabili, quello che ti spinge ai limiti e oltre, quello che ti fa dimenticare la morale se ne avevi mai avuta una.
Quello dei romanzi d’appendice, insomma. Perché, secondo me, Zafon rinverdisce i fasti del romanzo d’appendice in modo mirabile e i suoi libri non sfigurerebbero pubblicati a puntate, come del resto faceva il protagonista de Il gioco dell’angelo, con un bel cliffhanger all’ultima riga a tenere il lettore in sospeso.

Ed è questa la sua abilità più grande: la capacità di tenere il lettore in sospeso sul filo della credulità e di rendere plausibili fiabe, leggende ed effetti grand guignol che in altri libri, non legati a un genere particolare ovviamente, farebbero solo sorridere.

Concludendo, Marina mi è piaciuto moltissimo, per tutti i motivi citati e anche di più, per la poeticità dei personaggi e per le lacrimucce che mi ha fatto versare: ebbene sì, faccio di nuovo outing, anch’io piango.

Dettagli del libro

  • Titolo: Marina
  • Titolo originale: Marina
  • Autore: Carlos Ruiz Zafòn
  • Traduttore: Bruno Arpaia
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Scrittori italiani e stranieri
  • ISBN-13: 9788804593522
  • Pagine: 336
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 19,50 Euro

1 Commenti:

  • 12 giugno 2009 alle ore 10:26
    sakura87 says:

    Auguri anche a te per la tua prima recensione qui sul blog!

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