Recensione
Questo è il terzo libro di Matthew Pearl che leggo. O -meglio- tento di leggere, nel senso che, mentre il primo libro Il Circolo Dante mi era sembrato interessante e originale per quanto un po' noiosetto, ero stata "costretta" ad abbandonare a meno della metà la seconda opera di Pearl, L'Ombra di Edgar, perché più soporifera di un container di camomilla. Nonostante queste poco incoraggianti premesse mi sono lasciata tentare da questo nuovo romanzo, attirata soprattutto dal titolo originale (The Last Dickens) che contiene il nome di uno dei miei scrittori preferiti. Purtroppo anche in questo caso il bilancio finale non è esaltante, e forse anche un un po' ingiusto per un libro che ha una trama originale e ben congegnata, personaggi interessanti e descrizioni attente e accurate... Eppure il romanzo, nonostante tutte queste qualità, risulta implacabilmente lento e noioso.
L'idea di base è potenzialmente molto interessante in quanto parte da uno dei più grossi misteri della letteratura occidentale: qual è la sorte del giovane Edwin Drood, protagonista dell'omonimo romanzo di Dickens, rimasto a metà a causa della morte del suo autore? E se la storia di Edwin non fosse totalmente di fantasia, ma ispirata a un controverso caso di cronaca rimasto insoluto? Da queste premesse Pearl ricostruisce con molta accuratezza la Londra dickensiana, con le sue luci e le sue ombre, la sordida realtà degli spacciatori e dei consumatori d'oppio, per svelare un mistero che ha le sue radici nell'ultimo tour di letture che Dickens tenne negli Stati Uniti tre anni prima di morire. Da questo punto di vista Pearl è un maestro della fiction letteraria, in quanto molto bravo nel ricreare le atmosfere di un'epoca passata combinando in modo più che credibile fatti realmente accaduti e sequenze frutto esclusivamente della sua immaginazione. Il problema è che lo stile dell'autore mi è sembrato piatto, non emozionante, incapace di creare suspence per tutto il libro escluse le concitate sequenze finali. Mi sembra una grave pecca per un libro che si promette di "catturare il lettore e non lasciarlo andare fino alla fine".
Dettagli del libro
- Titolo: Il ladro di libri incompiuti
- Titolo originale: The Last Dickens
- Autore: Matthew Pearl
- Traduttore: Zuppet R.
- Editore: Rizzoli
- Data di Pubblicazione: 2009
- Collana: Rizzoli Best
- ISBN-13: 9788817032339
- Pagine: 482
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 18.50 Euro
la tua recensione rispecchia in pieno il mio ricordo del "circolo Dante": dopo una partenza a razzo con il primo omicidio il romanzo, che poteva essere un bel giallo, non banale per trama e ambientazione (ricordo che allora si parlava in Rizzoli di una risposta al "codice Da Vinci" di Brown), si impantana e si perde in una palude poco chiara...
peccato perchè anche qui l'idea sembra buona.
che si tratti di un eccesso di cultura letteraria, visto che l'autore è un ricercatore se non erro, e di un deficit narrativo?
Mmm, un eccesso di cultura letteraria non direi, nel senso che il background dello scrittore gli consente di realizzare un'ottima ambientazione storica senza per questo esibile la propria cultura; più che altro direi proprio che si tratta di un deficit narrativo. Probabilmente Pearl è più preparato e ha uno stile migliore di Dan Brown ma non ne possiede la capacità di rendere una trama incalzante e avvincente.
Più o meno intendevo questo. Nel circolo a me sembrava che tutta la parte dantesca fosse troppo sbilanciata rispetto alla trama thriller...
intendevo eccesso di letteratura non in assoluto ma rispetto allo sviluppo narrativo del racconto.