Recensione
La famiglia Winshaw in reazione agli sconvolgimenti sociali derivanti dalla sfrenata politica liberista attuata da Margaret Thatcher negli anni '80 in Inghilterra. L'opinione di Coe in merito non è delle più entusiaste, e si sente. Il libro è feroce nel mostrare l'impatto che certe scelte, particolarmente nel campo della salute pubblica e dell'agricoltura, hanno avuto sul benessere del singolo cittadino, che rimane annichilito di fronte a una una serie repentina di cambiamenti che comportano un aggravarsi delle condizioni lavorative e un drastico peggioramento dell'assistenza sanitaria, e che egli subisce impotente in nome dei ciechi interessi di pochi privilegiati. Questi privilegiati nel libro sono i membri della famiglia Winshaw, un'accozzaglia di personaggi gretti e meschini, ognuno dei quali simboleggia un diverso ramo del potere, responsabile di certi sfaceli. Ce n'è per tutti, dall'opinionista ipocrita simbolo del ruolo dei media nel guidare (o meglio accecare) l'opinione pubblica, al cinico trafficante d'armi pronto a rifornire l'intero arsenale di Saddam Hussein salvo poi dichiararsi pronto a spazzarglielo via nell'eventualità che Saddam decidesse di usarle contro l'Inghilterra. Si potrebbe obiettare sull'eccessiva "cattiveria" di questi personaggi, che non hanno luci ma solo ombre, ma credo che questo sia una voluta stereotipizzazione: ogni membro della famiglia assume connotati quasi grotteschi e credo che questo risponda alle esigenze satiriche di Coe.
Al confronto, mi ha invece infastidita di più il personaggio di Michael Owen, lo scrittore incaricato di scrivere una biografia sui Winshaw, le cui vicende personali trovano sempre più spazio nel romanzo. Michael è uno di quei personaggi apatici, che si lasciano trascinare dagli eventi, prigionieri di idiosincrasie che hanno origine nell'adolescenza e in cui il protagonista ama crogiolarsi invece di superarle. Alla fine queste idiosincrasie si rilevano parte essenziale per la risoluzione del romanzo (in effetti il titolo originale dell'opera, What a carve up!, è il titolo del film che rappresenta la principale ossessione di Michael), tuttavia spesso mi sono sembrati sterili circoli viziosi della mente di Michael, poco comprensibili e difficili da digerire. Insomma, a volte mi ritrovavo a pensare: fanciullo, datti una mossa!
Nel complesso comunque questo rimane un limite marginale dell'opera, che mi è molto piaciuta anche per questa struttura originale che mischia romanzo, estratti di diari, articoli di giornali, compiendo balzi avanti e indietro nel tempo per seguire le evoluzioni di ogni personaggio. Inoltre, pur essendo stata scritta all'inizio degli anni Novanta, è ancora decisamente attuale, e in alcuni tratti rispecchia in modo inquietante la situazione italiana. Un'ultima nota sul finale, che potrebbe lasciare un po' perplessi: Coe, infatti, effettua una virata decisa verso il più classico dei gialli, in salsa un po' farsesca. Questa scelta, se a primo impatto sembra un po' disorientante e "posticcia", si rivela un ultimo schiaffo in faccia all'arroganza e spudoratezza dei membri della famiglia Winshaw e di ciò che rappresentano.
Dettagli del libro
- Titolo: La famiglia Winshaw
- Titolo originale: What a Carve Up!
- Autore: Jonathan Coe
- Traduttore: Alberto Rollo
- Editore: Feltrinelli
- Data di Pubblicazione: 1996
- Collana: Economica Feltrinelli
- ISBN-13: 9788807813825
- Pagine: 448
- Formato - Prezzo: Tascabile - 9,00 Euro
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