Solo Joe R. Lansdale poteva scrivere un romanzo tanto imprevedibile e bizzarro, mescolando i generi come nessun altro sa fare. Solo lui poteva mettere insieme tanti personaggi eterogenei usciti dalla penna dei grandi scrittori popolari. Solo lui poteva gestire questo rutilante carosello di avventure nel quale non c’è mai limite alla fantasia. E se pensate che l’Uomo di Latta di Frank Baum o il Capitano Nemo di Verne non possano più riservare sorprese, vi sbagliate.
Recensione
Questo libro mi mette in difficoltà. Conclusa la prima lettura, ho pensato immediatamente: "Questa volta Lansdale, con me, non ha fatto centro."
Tuttavia, qualcosa mi dice che in realtà vale la pena rileggerlo. Ho l'impressione -molto netta- di aver appena intaccato la superficie. Oppure sono io che non voglio arrendermi di fronte all'insoddisfazione? Mi aspettavo molto, questo è certo. E questo "molto" non mi è stato dato. Almeno non credo.
Il libro parte da una premessa folle (Buffalo Bill, ridotto a una testa vivente in un vaso di vetro colmo di pipì di maiale, whisky a 90° e un misterioso preparato chimico, che porta il suo show in giro per il mondo su una serie di dirigibili Zeppelin). La cosa divertente è che Lansdale mette in campo tutta una serie di personaggi mutuati dai più famosi classici della letteratura: fra i protagonisti, oltre a figure da leggenda del vecchio West (Buffalo Bill, appunto, Wild Bill Hickok, Toro Seduto), entrano in gioco (più o meno parodiati) il capitano Bemo e il suo Naughty Lass e il mostro di Frankenstein. Come non riconoscere nel dottor Momo il dottor Moreau? E che dire di Latta, preso sano sano da Il mago di Oz in versione riveduta&corretta by Joe Lansdale? Io, che lo sapevo ancora prima di iniziare a leggere, mi ero fatta l'idea che fosse una cosa sul genere de La leggenda degli uomini straordinari. Ecco, niente a che vedere.
In realtà, accenni e strizzatine d'occhio a storia e letteratura si sprecano: sapete chi è il copilota (esonerato dal servizio per quella missione) dello Zeppelin su cui viaggia Buffalo Bill? Un certo Manfred Von Richthofen... altrimenti noto come il Barone Rosso. Fa una comparsata (e una brutta fine) persino un Vlad Tepes dall'orrido carattere e afflitto da una cronica insonnia.
Ci sono, quindi, degli elementi molto interessanti. Il libro pare, in effetti, una folle cavalcata in un film dell'orrore anni '50. Però, come dire, avrebbe potuto essere meglio. Prendiamo Dracula: per tirarlo in mezzo Lansdale fa un casino, con tanto di naufragio e bara che va alla deriva ed approda finalmente sull'isola del dottor Momo. A quel punto, io mi aspettavo grandi cose: cavolo, hai Dracula fra le mani, non so se rendo l'idea!, fagli fare qualcosa! Rendilo ridicolo, se vuoi, o mettilo a guastare la festa a tutti, ma non farlo uscire dalla bara giusto per dire due cattiverie, ri-infilarcelo dentro per mostrarmelo mentre conta al contrario perchè non riesce a dormire e poi farlo sbranare dagli uomini-bestia mentre si arrostisce perché gli hanno aperto la bara quando il sole era ancora alto. A livello di vicenda, è perfettamente inutile: aggiunge una nota di colore e nulla più (che poi mi ha lasciato tanto l'amaro in bocca, vederlo trattato così, che quasi quasi avrei preferito che non l'avesse messo in mezzo).
Gli unici personaggi riuscitissimi -e adorabili- sono il mostro di Frankenstein e Latta. Il primo è, vivaddio, molto fedele all'originale: parla e con una notevole proprietà di linguaggio (cosa che nelle varie riduzioni horror è stata per lo più dimenticata). L'ho adorato quando, in una battuta memorabile, in risposta alla domanda di Latta: "E a te, come ti chiamano?" dice: "Di solito mostro. Qualche volta creatura. 'Eccolo' è usatissimo come nome. Ero arrivato a credere che il mio nome fosse 'Prendilo' o 'Uccidilo'". Poi dice che, alla fine, il nome se l'è scelto da solo: si chiama Bert. E Latta! Semplicemente delizioso! Ma la cosa migliore è la storia d'amore omosex fra i due che è di una tenerezza infinita (infatti la chiusura del romanzo, bellissima, è tutta per loro e questo mi ha rappacificata non poco con mister Lansdale).
C'è da dire che nel libro ci sono un bel po' di sangue e sbudellamenti vari, parolacce a gogo, maleducazione assortita e sesso (senza droga&rock'n roll). Lansdale non risparmia i suoi protagonisti e se deve far fare loro una fine orrenda non ci pensa due volte, io ve lo dico prima. Ci sono rimasta un po' quando alcuni hanno tirato le cuoia: io avrei scommesso sulla loro salvezza. Nel mezzo di questa sarabanda di eventi, ci sono spunti di un'ironia assurda e tragica che ad una prima occhiata superficiale quasi vanno persi, ma che, ad una seconda più attenta, brillano come perle.
Insomma, in definitiva, me lo rileggerò. Certo è che sono rimasta sorpresa di come lo stesso autore riesca ad apparire diverso (ho letto in poco tempo anche Una stagione selvaggia e, soprattutto, il superbo In fondo alla palude). Decisamente un eclettico.
Dettagli del libro
- Titolo: Fuoco nella polvere
- Titolo originale: Zeppelin West
- Autore: Joe R. Lansdale
- Traduttore: Maurizio Nati
- Editore: Fanucci
- Data di Pubblicazione: 2008
- Collana: Tif Extra
- ISBN-13: 9788834713747
- Pagine: 208
- Formato - Prezzo: Brossura - 9.90 Euro
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