Recensione
Una settimana non è un lasso di tempo sufficiente, anche se si tratta di quella della novena che precede il Natale, per riuscire a entrare in confidenza con il gruppo di personaggi sconclusionati che formano il collettivo antisociale di Desirevolution: la strana famiglia di Simpel, la moglie Moor, pornoattrice africana, e il loro bambino disadattato Lonyl; Casco Foster, porno attore e figlio di pappa Hans e di Sonja, amministratori della stessa Desirevolution; Tiptop, altra star della casa di produzione porno; Speedo, alcolizzato per esperimento e per dispetto al rispettabile padre Goran Persson, magnate dell’industria dei detersivi; Eisenmann, factotum e addetto a procurare droghe e psicofarmaci, rigorosamente pagati in Simpel-dollari; il turco immigrato Fazil con la sua bottega di alimentari etnici.
Nel freddo dei viali e dei quartieri ordinati di Oslo prima delle feste natalizie la stranezza di questa allucinante e allucinata congerie di individui stride con l’apparenza super borghese del contesto sociale. Vivono il sesso come solo un istinto naturale e privo di ogni implicazione morale, mescolano droghe e psicofarmaci come se si trattasse dell’unica via possibile per sopportare lo stato di alienazione che aleggia sui valori della progressista Scandinavia. Rompere ogni tabù e sottolineare la loro condizione di esterni ed estranei ai conformismi e alle convenzioni sociali è per loro l’unico modo per gridare al mondo la propria esistenza. Certo, un modo politicamente scorretto. Ma questa è una delle poche garanzie di riuscire a farsi notare in un mondo che ha l’incomprensibile tendenza a normalizzare tutte le diversità, come uno schiacciasassi su un vialetto di ghiaia…
Così la tragedia dell’instabilità psichica di Simpel e i disturbi comportamentali di suo figlio Lonyl, l’apatia e il vuoto esistenziale di Casco e Tiptop, involontari protagonisti di una variazione in chiave omo del canone pornografico fissato da Ritmeester, i deliri etilici di Speedo, che ha scelto per contratto di darsi all’alcolismo partendo dall’essere astemio, producono delle situazioni dall’effetto incredibilmente comico. Il mito borghese della festa di Natale nella scuola di Lonyl, con tutti i genitori e le varie menate sulla pedagogia, viene comicamente ridicolizzato e sovvertito prima da Lonyl e, a distanza di un anno, da Casco, sempre con episodi boccacceschi.
Il desiderio di inclusione sociale che Simpel proietta sul piccolo Lonyl è destinato a fallire in entrambe le occasioni, aumentandone l’aggressività e peggiorandone la sindrome di Tourette. Quello che non subisce conseguenze è la capacità di architettare azioni di disturbo nei confronti di una società che viene giudicata respingente: la vendetta nei confronti della scuola, che emargina Lonyl isolandolo nella sua solitudine autistica, si indirizza contro la moglie dello psichiatra infantile della scuola stessa. La donna è in più anche una designer e, come tale si iscrive nella categoria dei creatori di un modello conformista che permea la vita quotidiana, fino alla dimensione estetica del gusto: il controllo sociale si estende anche a tutti gli oggetti che compriamo e maneggiamo ogni giorno, giustificando la ritorsione di Simpel. Inoltre, uno dei personaggi secondari, il galoppino Eisenmann, non manca di far notare come l’accumulo di oggetti – meglio: ciarpame – sia inversamente proporzionale all’indice di felicità dell'individuo.
Questa critica così raffinata del modello sociale consumista, anche nella sua versione scandinava iperinclusiva, trova una conferma della sua bontà nella decadenza borghesemente mascherata di membri dei ceti più rispettabili: lo psichiatra indossa la lingerie della moglie per masturbarsi sui filmati lesbo che riempiono il vuoto della sua vita coniugale; l’anziano industriale padre di Speedo è dedito ad abuso di farmaci e a pratiche sessuali estreme quanto imbarazzanti; l’uomo mediatico padre di una compagna di classe di Lonyl nella sua vita irreprensibile ma noiosa trova entusiasmante la filosofia della Desirevolution e le pittoresche azioni di Simpel.
Ma come in un antecedente letterario sempre di area anglosassone, Trainspotting di Welsh, tutti i tentativi di contrasto al conformismo bo-bo sono destinati a infrangersi contro il muro di gomma dell’accettazione sociale. Di fronte alla comprensione di un pubblico televisivo anche la carica eversiva delle psicosi di Simpel non può che dichiararsi sconfitta.
Dettagli del libro
- Titolo: The Cocka Hola Company
- Titolo originale: The Cocka Hola Company
- Autore: Matias Faldbakken
- Traduttore: Margherita Podestà
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 2001
- Collana: Strade Blu
- ISBN-13: 978880458167
- Pagine: 342
- Formato - Prezzo: Brossura - 17,00 €
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