21 maggio 2009

Almeno il cappello - Andrea Vitali

Ad accogliere i viaggiatori che d'estate sbarcano sul molo di Sellano dal traghetto Savoia c'è solo la scalcagnata fanfara guidata dal maestro Zaccaria Vergottini, prima cornetta e direttore. Un organico di otto elementi che fa sfigurare l'intero paese, anche se nel gruppetto svetta il virtuoso del bombardino, Lindo Nasazzi, fresco vedovo alle prese con la giovane e robusta seconda moglie Noemi. Per dare alla città un Corpo Musicale degno di questo nome ci vuole un uomo di polso, un visionario che sappia però districarsi nelle trame e nelle inerzie della politica e della burocrazia, che riesca a metter d'accordo il podestà Parpaiola, il segretario comunale Fainetti, il segretario della locale sezione del Partito Bongioanni, il parroco e tutti i notabili della zona. Un insieme di imprevedibili circostanze - assai fortunato per alcuni, e invece piuttosto sfortunato per altri - può forse portare verso Sellano il ragionier Onorato Geminazzi, che vive sull'altra sponda del lago, a Menaggio, con la consorte Estenuata e la numerosa prole. "Almeno il cappello" racconta la gloriosa avventura del Corpo Musicale Bellanese, le mille difficoltà dell'impresa e la determinazione di chi volle farsene artefice. A ritmo di valzer e mazurca, con il contorno di marcette e inni, Andrea Vitali s'inventa un'altra storia tutta italiana, fatta di furbizie e sogni, ripicche e generosità, pettegolezzi e amori.

Recensione

Almeno il cappello è una storia ambientata durante il primo decennio del regime fascista, che mette in luce, pur narrando della costituzione della banda comunale di Bellano, un piccolo mondo di abusi, formalismo, interessi personali, miserabili sogni, piccole gelosie, segrete passioni, che si possono allargare all’Italia tutta, di ieri e di oggi.

Mi sembra che la forza di questo libro siano i personaggi, il cui destino, a volte, è evidente sin dal nome: dal parroco del paese don Santo Patroni, alla moglie del Gelminazzi Onorato, Estenuata, arrivata al settimo parto e per di più gemellare. C’è l’ubriacone Evelindo Nasazzi, tenuto a bada a suon di schiaffoni dalla seconda moglie Noemi, dalle braccia robuste come pali, e il segretario di partito Bongiovanni, interessato più alle tette della procace Armellina che alle sorti della banda comunale che sembra aver preso tanto a cuore. Un racconto corale che ruota attorno alle vicende di cui Gelminazzi e la sua famiglia sono il cardine, tra alti e bassi e fortune e sfortune, sino alla fine, lieta solo a metà.

Almeno il cappello è il secondo libro di Andrea Vitali che affronto e forse non è stata una delle scelte più felici: nel senso che, a detta dei suoi estimatori, questo e l'altro che ho letto (Dopo lunga e penosa malattia) non sono i migliori per iniziare ad appassionarsi a questo scrittore. Probabilmente hanno ragione perché infatti non mi sono granché appassionata: il libro è garbato, la malinconia e la comicità si inseguono a più riprese, l’atmosfera di piccola storia di paese è gradevole, eppure non ho potuto fare a meno di trovarmi avvolta da una leggera nebbia di noia, tanto per riprendere l'ambientazione lacustre. Niente di troppo pesante, per carità, ma comunque una sensazione fastidiosa.

Dettagli del libro

  • Titolo: Almeno il cappello
  • Autore: Andrea Vitali
  • Editore: Garzanti Libri
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Narratori Moderni
  • ISBN-13: 9788811686064
  • Pagine: 405
  • Formato - Prezzo: Rilegato - 17,60 Euro

1 Commenti:

  • 23 maggio 2009 alle ore 21:48
    Unknown says:

    Consiglio la lettura del libro! De gustibus...

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