Recensione
Io cerco sempre di essere obiettiva verso gli autori. Ma non riesco a non mettere, nei commenti come nella lettura, tutta la parte emozionale che mi distingue come lettrice. Quando amo un autore, leggerlo è come ritrovare un amico, sgranare gli occhi in attesa di quello che ha da dirmi, sorridere delle sue idee, emozionarmi per il suo uso delle parole.
Quindi: io amo DeLillo, perciò eccovi un commento obiettivo ma, per certi versi, assolutamente di parte.
Nessuno, assolutamente nessuno, sa usare il linguaggio come questo straordinario autore americano. E’ una cosa che percepisco a fondo nella mia mente, quando lo leggo. Incontrare uno scrittore che sceglie al millimetro ogni parola per trovare la perfetta assonanza, il perfetto ritmo, la perfetta costruzione, è un’esperienza bellissima.
Falling Man è un libro sull’Undici Settembre. Non mi interessa stabilire se è il più bello, o verosimile, o altro. E’ un libro bellissimo, dai punti di vista molteplici, senza colpi di scena o cose inaspettate; è un libro che gioca meravigliosamente con concetti come sospensione, frattura, distanza, equilibrio.
Keith è sopravvissuto alla torri, e da quel giorno la sua esistenza è come sospesa tra ricordo, paura, ritorno verso una moglie e un figlio da cui si era separato, movimento, lontananza, incontro con una donna nei cui occhi puoi ritrovare dinamiche che nessuno capirebbe.
Poi ci sono loro. I terroristi, le loro menti, i loro cuori, i loro giorni “prima”, le loro emozioni, rinchiuse in capitoli che credo valgano l’intero libro.
Il tempo della narrazione si sposta, non c’è un filo continuo che scorre in avanti, e i vari frammenti si compongono tra di loro pur essendo perfette fotografie a sé stanti, frammenti di un quadro molto più grande che si compone piano piano. Leggere questo libro per me è stato come cadere da un’altezza vertiginosa senza avere la minima paura, godendosi la limpida chiarezza di ogni momento, con la netta percezione di ogni singolo dettaglio. Limpidezza. Non è questione di buona letteratura, è questione di emozione.
Finestre di esistenze sulle quali ti affacci non più a lungo di qualche attimo, ma che in quell’attimo sono perfettamente chiare, e vere, e riescono a raggiungerti.
Fratture, ricongiunzioni, senso di estraneità, minuscoli frammenti che possono far collassare l’intera costruzione, lontananza, eco di vite fermate come in fotografia, come in procinto di essere nuovamente ordinariamente normali.
Scene quotidiane, scene apocalittiche, passato, presente, legami familiari, dialoghi così surreali, profondi, bellissimi. Figli, genitori, estranei, un mondo intero che si capovolge, ma come al rallentatore, dandoti il tempo di percepire a fondo ogni sequenza. Falling Man, l’Uomo che Cade.
Se il cadere è questo, se il precipitare, il brivido, l’assoluta tranquillità del cedere è questo, se è questo il ritornare, il ritrovare, se è questa la vera emozione, il vero senso del tutto, allora vorrei libri come questo per ogni giorno della mia vita.
Dettagli del libro
- Titolo: L'uomo che cade
- Titolo originale: Falling Man
- Autore: Don DeLillo
- Traduttore: Matteo Colombo
- Editore: Einaudi
- Data di Pubblicazione: 2008
- Collana: Supercoralli
- ISBN-13: 9788806188719
- Pagine: 257
- Prezzo: 17,50 Euro
0 Commenti a “L'uomo che cade - Don DeLillo”
Posta un commento