27 aprile 2009

La matta bestialità - Giorgio Todde

Da vent’anni Ugolino Stramini ha concentrato la sua esistenza nella professione di metereologo. E’ arrivato persino ad elaborare una sofisticata climatologia sociale tutta sua, dove il tempo comanda le azioni e le emozioni umane. Proprio al clima, oltre che a pulsioni profonde, bestiali, pare legata la serie di delitti che sconvolgeranno la sua vita.
Con la morte di Gilda, la collega dell’osservatorio per la quale il meteorologo nutre da tempo una passione mai confessata, Ugolino entra in un vortice criminoso che diviene anche motivo di ricerca esistenziale. Il viaggio verso l’essenza del male traccia anche il percorso catartico di liberazione dalle leggi del corpo. Todde coniuga le atmosfere “nere” ad una macchina simbolica e conoscitiva, in una raffinata costruzione letteraria temperata dalla levità di uno stile asciutto e sicuro.

Recensione

Un romanzo divertente e ironico in cui compaiono personaggi stranissimi descritti come fossero dei cartoni animati. Satira e ironia si mescolano a una serie di delitti lasciando il lettore davanti a un libro che non riesce a capire se è serio o meno. La vicenda stessa è strampalata poiché, accanto al Commissario che indaga sugli omicidi in modo classico, anche il protagonista, Ugolino Stramini, un meteorologo che ha trascorso tutta la vita a naso in su a osservare i mutamenti del tempo e la loro influenza sulle persone, interverrà per fornire la propria ipotesi, che diventa certezza man mano che gli omicidi aumentano. A una data temperatura e umidità dell'aria pare infatti che l'uomo sia più propenso all'irritabilità, sia più suscettibile e, di conseguenza, più portato ad uccidere. Una teoria che riesce a convincere anche il lettore.

La sottotraccia, forse il messaggio dell'autore, è insita nel titolo: la "matta bestialità", uno stralcio di un verso tratto dall'undicesimo canto dell'Inferno nella Divina Commedia, al quale Dante manca di dare spiegazione. Matta bestialità come peccato composto da più peccati, da qui, la vita come metafora intestinale. L'uomo è bestia, è fatto di liquidi, odori cattivi, fluidi, gas e l'autore lo fa vivere, agire, attraverso i suoi personaggi, in modo folle e bestiale. Avrebbe potuto usare gli animali come protagonisti, invece sceglie le persone. Dà loro nomi esagerati, come Tartamella, Tiragallo, Sperlengo... e mette loro in bocca discorsi che dovrebbero essere frasi d'amore o nomignoli all'amata che in realtà sono tutto tranne che quello che dovrebbero essere. Almeno per la logica comune. Si salva solo il protagonista. Egli guarda il cielo e non la terra. Cerca di comprendere il mondo, la gente, la vita attraverso le nuvole, i loro spostamenti, le loro sfaccettature. Se stesso così uguale al Cielo tanto da essere portato via, da volare in alto. Forse perché usa la testa per vivere e non l'intestino...

Il romanzo è piacevolissimo, la scrittura è scorrevole, i personaggi si memorizzano in fretta e quelli che non si ricordano poi muoiono. L'abilità dell'autore in questo libro la si denota dall'aver intrecciato, ad una trama divertente, spunti di riflessione che spiazzano continuamente il lettore poiché lo portano, nel bel mezzo di una risata, a pensare all'essenza dell'uomo, a quanto questo sia anche materia, terra, sporcizia, intestino... bestia.

Dettagli del libro

  • Titolo: La matta bestialità
  • Autore: Giorgio Todde
  • Editore: Il Maestrale
  • Data di Pubblicazione: 2005
  • Collana: Tascabili. Narrativa
  • ISBN-13: 9788886109581
  • Pagine: 291
  • Formato - Prezzo: Brossura - 10,00 Euro

2 Commenti a “La matta bestialità - Giorgio Todde”

  • 14 gennaio 2011 alle ore 00:10
    Anonimo says:

    Ma la dizione corretta non è "meteorologo"?

  • 14 gennaio 2011 alle ore 14:58
    sakura87 says:

    Caro Anonimo, in effetti hai ragione tu.
    Nadia non collabora più con noi, per cui correggo io. Grazie per la correzione.

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