Recensione
L'ultimo romanzo completo di Dickens è anche uno dei miei preferiti. Il "solito" narratore immaginifico con un tocco di negatività, di oscurità, che nelle altre sue opere, generalmente più ottimiste, non si trova. Pessimismo tipico dell'avanzare dell'età? Forse, visto che anche l'opera successiva, Il Mistero di Edwin Drood, rimasta incompleta, ci immerge in un'atmosfera cupa e angosciante.
Quanto a potenza dell'immaginazione anche in questo caso Dickens non ci tradisce, anzi, si supera: i personaggi si moltiplicano, spariscono, riappaiono, ci confondono, la trama è un'intersecarsi di storie ricche di mistero, in cui niente è ciò che sembra. In più, mi pare che qui ci sia un uso del simbolismo più marcato: il Tamigi, i misteri nascosti nelle fangose profondità delle sue acque e ciò che riemerge in superficie traducono in immagini atteggiamenti e complessità dell'animo umano.
Tutto ruota attorno ai soldi, a ciò che danno e ciò che tolgono all'uomo; ne risulta un ritratto abbastanza deprimente dell'umanità, cosa che ha portato il romanzo ad essere tra i meno apprezzati di Dickens. Sinceramente non ho trovato questa negatività un elemento scoraggiante, anche perché non mancano i personaggi ironici, uno fra tutti il vanesio Eugene Wrayburn, autore di alcune fra le battute migliori.
Dettagli del libro
- Titolo: Il nostro comune amico
- Titolo originale: Our Mutual Friend
- Autore: Charles Dickens
- Traduttore: F. Donini
- Editore: Garzanti
- Data di Pubblicazione: 1976
- ISBN-13: 9788811519690
- Pagine: 962
- Formato - Prezzo: Brossura - 14.00 Euro
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