Circondate da un'aura di mistero, le geishe hanno sempre esercitato sugli occidentali un'attrazione quasi irresistibile. Ma chi sono in realtà queste donne? A tutte le domande che queste figure leggendarie suscitano, Arthur Golden ha risposto con un romanzo, profondamente documentato, che conserva tutta l'immediatezza e l'emozione di una storia vera. Che cosa significa essere una geisha lo apprendiamo così dalla voce di Sayuri che ci racconta la sua storia: l'infanzia, il rapimento, l'addestramento, la disciplina -tutte le vicende che, sullo sfondo del Giappone del '900, l'hanno condotta a diventare la geisha più famosa e ricercata. Un romanzo avvincente e toccante, di rara sensibilità e ricchezza, coronato da uno straordinario ritratto femminile e dalla sua voce indimenticabile.
Recensione
Una lettura scorrevole, rilassante e intrigante: la prosa di Golden è così fluida da accorgerti che hai trascorso ore perso nella delicatezza del suo mondo giapponese solo quando devi alzarti per accendere la luce.
Chiyo, appartenente alla povera famiglia di un villaggio di pescatori, a soli nove anni si ritrova strappata al suo paese e gettata in pasto nella pittoresca Kyoto, dove viene venduta alla padrona di un okiya del quartiere di Gion per essere addestrata come geisha. La vita prima che inizi l’apprendistato vero e proprio è ardua, soprattutto perché la bella e crudele geisha Hatsumomo sembra voler fare di tutto per metterla in difficoltà e liberarsi di lei, ma Chiyo, grazie all’appoggio di figure influenti che vedono nella sua innata grazia e nella bellezza dei suoi occhi grigioazzurri un investimento per il futuro, intraprende con successo la strada che la porta a diventare una delle geisha più famose della città, col nome di Sayuri Nitta.
La magia del racconto di Golden squarcia ogni velo tra romanzo e realtà, grazie anche alla lunga controversia sulla vera identità di Sayuri. Verità o finzione, in ogni caso, il romanzo è così coinvolgente che non importa, e sebbene i personaggi spesso appaiano un po’ troppo stereotipati penso che, nell’efficacia della narrazione, questo passi in secondo piano.
C’è da dire che, per essere un romanzo scritto da un occidentale (anche se Golden ha trascorso molto tempo in Giappone), come ricostruzione è molto accurata, anche se non perfetta: viene dato ampio spazio alla descrizione dell’abbigliamento, della gerarchia nell’ambiente, delle capigliature, del trucco, delle danze, ma purtroppo liquida in poche espressioni altri aspetti, primo tra tutti quello della cerimonia del tè, di cui mi aspettavo un particolare approfondimento. Il chado è un elemento così fondamentale nella cultura giapponese e nel ruolo di una geisha che mi chiedo perché sia stato trattato così marginalmente, per di più aggirato con una frase banalissima della risma di sulla cerimonia del tè esistono numerosi trattati, quindi non mi dilungherò….
I pregi del libro, in ogni caso, sono molti, primo tra tutti quello di aver sfatato un luogo comune della società occidentale che identifica le geisha come prostitute. Eppure, eppure, la parte di me innamorata della letteratura giapponese si chiede insistentemente come sarebbe risultato questo libro se scritto con la raffinatezza stilistica e descrittiva propria di quasi tutte le penne nipponiche.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Memorie di una Geisha
- Titolo originale: Memoirs of a Geisha
- Autore: Arthur Golden
- Traduttore: Donatella Cerutti P.
- Editore: Tea
- Data di Pubblicazione: 1997
- Collana: I grandi
- ISBN-13: 9788850217182
- Pagine: 563
- Formato - Prezzo: Brossura - 10,00 Euro
Sono sempre stata diffidente nei confronti di questo libro, perchè non è stato scritto da uno scrittore pienamente giapponese: anche se Golden ha passato molto tempo in Giappone, non so, la sua è pur sempre la visione di qualcuno che viene dall'esterno...
Un giorno proverò a dargli una possibilità.
E' comunque una lettura piacevole e che fa riflettere. Un buon romanzo perchè scritto bene. Non posso fare testo per quanto riguarda i dati tecnici perchè come ho detto non conosco affato il mondo orientale, men che meno quello giapponese e delle geishe...