Recensione
La reputazione di Terry Brooks oscilla enormemente.
C'è chi lo colloca tra i classici del fantasy, c'è chi lo boccia con decisione relegandolo al ruolo di clone di Tolkien; e c'è da dire, in effetti, che Brooks pubblicò in tempi sospetti (La spada di Shannara uscì circa vent'anni dopo Il signore degli anelli, nel 1977), quando avvenne il rifiorire del genere.
Tuttavia, personalmente, non mi sento di bocciarlo: nonostante La spada di Shannara abbia numerosi (a volte sfacciati) richiami a Tolkien, i libri successivi mostrano un progressivo allontanamento dalla scia del Maestro, sviluppando temi a sé stanti e vivificando un mondo che, nel primo libro, sembrava così simile alla Terra di Mezzo, fino a dotarlo di vita propria.
Brooks, inoltre, è dotato di un talento espressivo che molti scrittori odierni di fantasy possono solo sognarsi: e, se è vero che il periodo in cui ha scritto lo ha penalizzato in originalità, senza dubbio il suo stile di scrittura, più leggero di quello di Tolkien ma centinaia di volte più accurato dei moderni pronipoti scrittori del genere, lo salva dalla mediocrità.
Laddove infatti nel primo libro la ricerca dell'artefatto magico volta alla distruzione del Male lo avvicinava a Tolkien, già nel secondo libro, Le pietre di Shannara, si notava un tono maggiormente intimistico nella trattazione, con lo sviluppo di una storia d'amore nient'affatto banale; il terzo libro, invece, poneva al centro dell'attenzione il rapporto tra due fratelli.
Questa seconda tetralogia, invece, composta di volumi consequenziali (e non autoconclusivi come quelli della prima), è enormemente variegata, e può essere letta anche senza aver affrontato la lettura dei primi: si colloca infatti in un'epoca decisamente posteriore a quella dei primi tre libri, e incontreremo eredi dei vecchi eroi e ombre del passato.
Sono passati più di trecento anni, infatti, e generazioni e generazioni di Ohmsford, dai tempi leggendari in cui mostri, elfi e magia erano la realtà del mondo. Adesso sulle Quattro Terre incombe l’ombra della Federazione, che ha riunito le terre del Sud e soffocato ogni residuo di magia e di libertà. Gli elfi sono scomparsi da tempo, caduti nell’oblio della leggenda, e nani e gnomi sono in schiavitù. Par, dai tratti elfici, discendente del mitico Shannara, possiede la Canzone che prima di lui era appartenuta a Jair Ohmsford (il protagonista de La Canzone di Shannara), e con il fratello Coll tenta di tenere in vita la memoria dei tempi antichi, cantando ed evocando negli ascoltatori le immagini delle avventure di Shea, di Wil, di Brin e di Allanon. Ma una nuova minaccia spinge l’ombra di Allanon, ritiratosi nel mondo delle Ombre circa trecento anni prima per mettere fine all’epoca magica, a chiedere nuovamente l’aiuto degli Ohmsford in cui la magia è manifesta: Par, Wren e Walker Boh ricevono in sogno la sua convocazione al Perno dell’Ade. Occorre nuovamente sconfiggere il male, un male ben peggiore della Federazione.
Il primo libro mette le basi per le tre avventure parallele di Par, Wren e Walker; ordinatamente, il primo presenta antefatti e personaggi e inizia l'avventura di Par e Coll, il secondo è dedicato a Walker Boh, il terzo a Wren, e il quarto termina le avventure dei due fratelli e pone una fine alla saga.
Personalmente, credo che Terry Brooks meriti almeno la lettura, se non l'approvazione. Questa saga è veramente avvincente, e la costruzione dei personaggi è accurata e realistica: come pochi altri, infatti, Terry Brooks riesce a districarsi anche col punto di vista femminile, regalandoci un personaggio (Wren) memorabile.
I libri del ciclo:
- Gli eredi di Shannara
- Il druido di Shannara
- La regina degli elfi di Shannara
- I talismani di Shannara
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: The Scions of Shannara
- Autore: Terry Brooks
- Traduttore: Chiara Libero
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 1994
- Collana: Oscar Bestsellers
- ISBN-13: 9788804393535
- Pagine: 488
- Formato - Prezzo: Brossura - 9.50 Euro
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