Recensione
E' davvero difficile commentare questo libro. Dal punto di vista stilistico non è stupendo, la scrittura coinvolge ma spesso è troppo spezzettata, vuole esprimere sensazioni e risulta poco chiaro il quadro d'insieme, proprio per lo stesso motivo però si legge tutto di un fiato.
Dal punto di vista dei contenuti invece e' interessantissimo e devastante. Finalmente un giornalista che fa il suo mestiere (e anche quello delle forze dell'ordine) e indaga dall'interno sulla piaga della tratta degli esseri umani. Quattro sono le parti principali del libro: il viaggio nel deserto da Dakar alla Libia, l'internamento nel CPT di Lampedusa, la raccolta dei pomodori e il ritorno nel deserto con gli espulsi dalla Libia. Tutte storie tremende che l'autore vive in prima persona con angoscia e sofferenza, fino a giungere quasi a uno sdoppiamento della personalità Fabrizio-Bilal.
La parte peggiore è quella in mezzo ai raccoglitori di pomodori, davvero schiavizzati, senza un posto dove dormire, senza mangiare né bere, picchiati, sfruttati e a volte anche uccisi. Tutte cose che si sanno, ma ora le sappiamo davvero, e non possiamo dire 'sono cose lontane', alcune succedono proprio qui, di altre siamo responsabili direttamente (le espulsioni dalla Libia nel deserto). Consigliato, anzi fondamentale.
Dettagli del libro
- Titolo: Bilal - Il mio viaggio da infiltrato nel mercato dei nuovi schiavi
- Autore: Fabrizio Gatti
- Editore: Rizzoli
- Data di Pubblicazione: 2007
- ISBN-13: 9788817018425
- Pagine: 493
- Formato - Prezzo: Brossura - 18,50 Euro
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